Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale, Savino Giannizzari propone “di colmare il vuoto normativo attuale del Comune di Potenza preparando la strada a una possibile modifica del Piear, introducendo una differenzazione di fatto tra impianto minieolico ed eolico domestico, quest'ultimo con una limitazione a 5 KWh, a esclusivo uso del fabbisogno familiare o eventualmente con le dovute precisazioni a uso e consumo del privato. Crediamo sia giunto il momento di fare chiarezza, come Movimento 5 Stelle di Potenza – prosegue Giannizzari – non abbandoniamo la nostra anima green circa l'utilizzo delle fonti energetiche alternative al petrolio, ma riteniamo che dal punto di vista strettamente normativo, sussiste senz’altro la possibilità di intervenire nell’articolato e complesso procedimento di rilascio da parte della Regione Basilicata dell’autorizzazione unica degli impianti eolici. Chi può intervenire e, eventualmente, proporre ricorso al Tar? Ovviamente, oltre alle ditte che vogliono realizzare gli impianti e gli enti pubblici coinvolti e chi abbia un diritto o interesse direttamente inciso dal procedimento, anche le associazioni rappresentative di interessi diffusi che si interessano specificamente e da tempo (entrambe circostanze da provare in giudizio) delle questioni attinenti alla localizzazione e esercizio degli impianti di energia rinnovabile possono provare ad avere un ruolo molto importante. Il Piear (Piano energetico regionale) di Basilicata assegna ai ‘parchi eolici’ di grande dimensione, la produzione dei 2/3 del burden sharing regionale di energia da fonti rinnovabili: il burden sharing è il contributo – fissato dall’allegato Decreto 15 marzo 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico – che ciascuna Regione e Provincia autonoma è tenuta a fornire ai fini del raggiungimento dell'obiettivo nazionale in termini di quota dei consumi finali lordi di energia coperta da fonti rinnovabili (la direttiva 2009/28/CE fissa tale quota al 17% per il 2020). Appare evidente che tale assurda previsione del PIEAR abbia fatto letteralmente esplodere la contraddizione insita in tale scelta di politica energetica: dall’energia da combustibili fossili (risorsa non rinnovabile), si passa a energia da impianti eolici che consumano paesaggio, anch’esso risorsa non rinnovabile. Ecco, il paesaggio: come il Movimento 5 Stelle ha fatto notare (presentando un emendamento nel corso dell’approvazione dell’ultima legge di assestamento regionale) la Regione Basilicata è sprovvista di Piano paesaggistico regionale” (Ppr), ovvero di quella “cornice delle “tutele” che dovrebbero salvaguardarne le risorse paesaggistico-ambientali. A causa della previsione contenuta nel Piear e della mancanza di un Ppr, in Basilicata larga parte del territorio regionale potrebbe essere occupato da selve di pali eolici. Il Piear non tutela il paesaggio e rinvia ai Piani Paesaggistici attuativi del Ppr l’individuazione dei crinali di valore elevato: ma nel frattempo autorizza l’indiscriminata occupazione del territorio, con la conseguenza di sconvolgere, e cambiare per sempre, i connotati del paesaggio lucano. Tanto significherebbe, come hanno messo in evidenza molte associazioni ambientalisti, compromettere irreversibilmente aree ad alto valore paesaggistico, fra le quali proprio quelle individuate nell’Atto di indirizzo per il corretto inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale, emanato con delibera di Giunta Regionale di Basilicata numero 2920 del 13 dicembre 2004, conclude il capogruppo M5S.
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