Il capogruppo del Pd Gianpaolo Carretta intervine sull'audizione dell'Organo straordinario di liquidazione in Seconda Commissione consiliare:
A seguito di mia formale richiesta alla “II Commissione Permanente Bilancio” del Comune di Potenza, è stato udito il rappresentante della commissione di liquidazione (OSL), costituitasi a seguito della dichiarazione di dissesto, il quale ha precisato che, dalla ricognizione fatta, ha ricevuto richieste di pagamenti per 82 mln di euro, ritenenedo ammissibili solo 42 mln di euro, di cui il Comune è creditore per una somma pari a 34 mln di euro.
E’ chiaro ed evidente che, ciò che avevamo da sempre sostenuto, trova conferma in un organo terzo: il dissesto era costituito pressocchè unicamente da disavanzo di amministrazione, e quindi da previsioni di entrata certe, liquide ed esigibili, che ancora non erano state introitate.
Chiara è stata la scelta di natura politico-ideologica, come peraltro evidenziato dalla stessa Procura regionale della Corte dei Conti, perché era funzionale politicamente ad esprimere giudizi negativi su chi aveva, nel passato, amministrato la città.
Si doveva ricorrere, come avevamo evidenziato a Dirigenti del Comune che si occupavano di tali procedure e che sono stranamente rimasti il solo tempo necessario per portare a termine il loro compito, che andava attivata una procedura di semplice riequilibrio finanziario, il “c.d. predissesto”, come per altro fanno tutti gli Enti locali d’Italia e come ha fatto un’amministrazione di prossimità, come la Provincia di Potenza.
Tale scelta, sbagliata sul piano amministrativo e socio-economico, ha prodotto licenziamenti, la impossibilità di contrarre mutui, ha stressato la macchina burocratica retta in un Capoluogo di Regione da soli tre Dirigenti effettivi ed ha impedito di bandire nuovi concorsi per compensare la pianta organica, ormai parzialmente insoddisfacente sotto l’aspetto quantitative ed in alcuni settori anche qualitativo.
Probabilmente gli ideatori di tale disastro vanno ricercati in alcuni settori del PD ed in altri di una certa Destra, uniti da un accordo di gestione del potere, che si assumeranno la responsabilità, di fronte alla comunità, di aver immobilizzato la macchina amministrativa e di aver paralizzato il Capoluogo di Regione, svuotandolo di ruolo e prospettive.
Manca, infatti, una visione politica ed un progetto di Città, che ridisegni il ruolo strategico di Potenza nel nuovo millennio, nel tempo dello spopolamento e della migrazione giovanile ed intellettiva, come tutti gli Istituti di ricerca e statistica italiani, aimè, fanno registrare, in una Basilicata in crisi, che non sa sfruttare le sue enormi potenzialità rinvenienti dalle grandi risorse naturali, acqua, petrolio, ambiente, turismo, agricoltura di qualità, saperi e ricchezze immateriali, come i propri giovani, le loro capacità, le loro intelligenze, costretti a lasciare la propria terra lucana per realizzare le proprie ambizioni.