“E’ doveroso premettere che tutti hanno il diritto e il dovere di preservare e salvaguardare l’ambiente in cui vivono e di vigilare affinché vengano rispettate le norme non solo legislative ma anche di buon senso. La richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale presentata dalla Società Italcementi già nel 2013 sta determinando nella opinione pubblica degli allarmismi inutili, che fomentati ad arte, stanno avendo il risultato di far perdere di vista la verità”.
E’ quanto si legge in un comunicato stampa a firma del consigliere comunale di Matera, Michele Lamacchia (Psi).
“E’ comunque almeno utile che coloro che hanno il compito di amministrare e governare i processi non si lascino coinvolgere dall’emotività al fine di mantenere adeguata lucidità per non cadere in logiche populistiche che nulla hanno a che fare con quelle che sono le funzioni a cui si è chiamati. Chi afferma che la Italcementi, con la autorizzazione ad utilizzare al posto di Petcoke e pneumatici triturati i Combustibili solidi secondari (CSS) si trasformerebbe da cementeria a inceneritore dice una falsità grave, lancia notizie fuorvianti e crea ad arte allarmismi nella popolazione. Fanno bene i Consiglieri comunali a chiedere a questa Amministrazione di prendere una posizione chiara nei confronti degli inceneritori. Probabilmente chi ha responsabilità di governo dovrebbe autorevolmente e pubblicamente rimarcare la differenza tra inceneritore e cementeria per evitare che vengano veicolate informazioni fuorvianti. I primi bruciano materiali di diverso genere producendo ceneri da smaltire ed emissioni in atmosfera. Le Cementerie utilizzano combustibili ben definiti per produrre clinker ed emissioni controllate in atmosfera e non producono ceneri da smaltire. Qualcuno farebbe anche bene a ricordare che alcuni anni addietro l’Italcementi fu autorizzata dall’Amministrazione Comunale a realizzare una torre di oltre novanta metri, costata oltre 100.000,00 di euro, per abbattere i fumi e le emissioni in atmosfera e rimanere cosi al disotto dei parametri imposti dalla Comunità Europea. Quindi sarebbe necessario quantomeno un minimo di chiarezza e di onestà intellettuale per affrontare con serietà e senza allarmismi questioni legate all’ambiente che stimolano molto facilmente emotività nell’opinione pubblica”.
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