Commercio equo e solidale, proposta di legge di Romaniello

“La commercializzazione dei prodotti del commercio equo e solidale rappresenta un’opportunità ma anche un fenomeno con un andamento di crescita pressoché ininterrotto che necessita di una disciplina normativa”, afferma il consigliere del Gruppo misto

Il consigliere regionale del Gruppo misto Giannino Romaniello ha presentato una proposta di pegge tesa a disciplinare gli interventi per lo sviluppo del commercio equo e solidale in Basilicata. &ldquo;Tale proposta normativa &ndash; spiega l&rsquo;esponente di Art. Uno-Mdp-, gi&agrave; presentata nella scorsa legislatura ma non definitivamente approvata per via dello scioglimento anticipato del Consiglio regionale, ha lo scopo di incentivare in Basilicata lo sviluppo e la diffusione dei prodotti del commercio equo e solidale e di garantire che i prodotti immessi sul mercato con la denominazione di &lsquo;commercio equo e solidale&rsquo;, e proprio per questo scelti dai consumatori, presentino una serie di caratteristiche, a garanzia del consumatore, coerenti con quelle definite a livello internazionale dagli organismi di settore&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Quello del commercio equo e solidale &ndash; aggiunge Romaniello – &egrave; oggi un movimento globale: pi&ugrave; di un milione di produttori e lavoratori su piccola scala sono organizzati in ben 3.000 organizzazioni di base con strutture rappresentative in oltre 50 paesi del Sud del mondo. In un mondo sempre pi&ugrave; globalizzato diventa di grande rilevanza far convivere le esigenze del mercato con la solidariet&agrave;, l&rsquo;equit&agrave; , il rispetto dell&rsquo;uomo e dell&rsquo;ambiente, la tutela dei diritti. Il commercio equo e solidale diventa, pertanto, uno degli strumenti pi&ugrave; interessanti finalizzati a contemperare queste diverse esigenze, rappresentando una forma di commercio alternativa alle logiche di puro profitto privato e di disuguaglianza che caratterizzano gli scambi commerciali con il Sud del mondo, relegando milioni di produttori e lavoratori nello sfruttamento e nell&rsquo;emarginazione, bloccando cos&igrave; le possibilit&agrave; di miglioramento delle condizioni di vita di quei popoli&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il commercio equo e solidale costituisce un&rsquo;alternativa concreta per tanti piccoli produttori e lavoratori del Sud del mondo e per altrettanti consumatori dei paesi a maggiore sviluppo &ndash; aggiunge ancora Romaniello -, caratterizzandosi infatti oltre che per la qualit&agrave;, il rispetto per l&rsquo;uomo e per l&rsquo;ambiente , per la centralit&agrave; e la trasparenza delle relazioni tra produttore, distributore, commerciante e consumatore finale. I consumatori, attraverso le loro scelte libere e responsabili, possono, anche nel breve periodo , fornire opportunit&agrave; di sviluppo a produttori e lavoratori e contribuire cos&igrave; alla riduzione del divario tra Nord e Sud del mondo, favorendo nel contempo la sostenibilit&agrave; ambientale e sociale delle produzioni dei Paesi in via di sviluppo. La commercializzazione dei prodotti del commercio equo e solidale – conclude – rappresenta un&rsquo;opportunit&agrave; ma anche un fenomeno con un andamento di crescita pressoch&eacute; ininterrotto che necessita di una disciplina normativa&rdquo;.&nbsp;

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