Continua il lavoro di promozione delle eccellenze lucane ad Expo fatto dalla Coldiretti di Basilicata al padiglione nazionale “No farmer’ no party”: oggi è la giornata dedicata al peperone crusco, “L’oro rosso lucano”, per continuare sul filone che lega i nostri prodotti ai colori ed alla miriade di sfumature, con tante attività e laboratori, come quello sulla tradizione lucana di insertare i peperoni e sull’utilizzo della polvere per insaporire salumi e pietanze.In cucina continua il lavoro degli agrichef dell’Agriturismo La Bontà di Muro Lucano, Anna Maria Piccirillo e la figlia Maria Remollino, insieme al proprio staff, che cureranno la preparazione di piatti della tradizione lucana aventi come ingrediente principale il peperone.Le scolaresche ed i più piccoli saranno accolti dalla baby agricolazione e laboratori a tema, ai più grandi sarà offerta la colazione contadina, u muzz’c, degustazioni di vini e tanto altro.Attrazione della giornata di oggi e di domani martedì 13 ottobre il Rumit, una maschera antichissima di Satriano di Lucania, un uomo completamente ricoperto di foglie di edera, un uomo albero, una maschera arborea frutto probabilmente di tradizioni celtiche tramandatesi nei secoli. Come afferma Vincenzo Giuliano, nel suo libro Il riscatto di un popolo in maschera, per i Celti, l’uomo verde era il consorte della Dea madre, capace di donare la fertilità alle donne e al bestiame, alla foresta e alle piante, che si occupava della fioritura della primavera e dell’estate, del rigoglio della terra. Era un giovane sposo che portava fertilità ovunque andasse, quasi sempre rappresentato da un volto maschile, da cui nascono foglie e rampicanti, diventando esso stesso fogliame. Oggi lo si associa all’idea dell’Albero della Vita, agli antichi riti arborei, e spontaneo quindi è l’accostamento con l’Albero della Vita di Expo: l’apparire ciclico del Rumit è un rituale che sollecita il ritorno al ciclo agrario, come risarcimento alla natura per quanto le è stato sottratto nell’anno trascorso. Nella tradizione satrianese, spontaneamente, dalla prime luci dell’alba, questi cespugli vaganti escono dal bosco per raggiungere le strade del paese. Bussano a tutte le porte che incrociano con il fruscio, un bastone con all'apice un ramo di pungitopo. Chi riceve la visita del rumit rispetta il silenzio della maschera e in cambio di un buon auspicio, rappresentato dalla sua presenza, gli dona qualcosa: in passato genere alimentari di prima necessità, ora pochi spicci. Secondo il Presidente Regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “facciamo nostro il messaggio che con il rumit vogliamo portare ad Expo, un messaggio universale ed antichissimo: ristabilire un rapporto autentico, antico, con la Terra, rispettandola per rispettare gli uomini e le donne che la abiteranno in futuro. È quello che la nostra organizzazione porta avanti da sempre, un’etica dell’ambiente, della responsabilità dell’uomo verso dell’ambiente. Soltanto con un’etica della responsabilità verso l’ambiente non si riduce la natura a semplice oggetto di dominio indiscriminato”.La maschera diventa così una mascotte, un simbolo della presenza lucana ad Expo.bas 03