“Due dei sei Consorzi fidi che hanno partecipato all’Avviso pubblico della Regione Basilicata rivolto alle Pmi e finalizzato a favorire un più facile accesso al credito operano rispettivamente in Puglia ed Abruzzo”
“Saranno anche due Società cooperative extraregionali a responsabilità limitata che svolgono prevalentemente attività di garanzia collettiva fidi a favore di imprese socie operanti in qualsiasi settore produttivo in altre regioni, quali la Cooperativa Artigiana di Garanzia Cofidi Puglia e la Società Cooperativa di Garanzia Cooperfidi Abruzzo a dover venire incontro all’impellente necessità di credito delle piccole e medie imprese lucane”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Pdl, Franco Mattia, evidenziando che “due dei sei Consorzi fidi che hanno partecipato all’Avviso pubblico della Regione Basilicata rivolto alle piccole e medie imprese lucane e finalizzato a favorire un più facile accesso al credito, attraverso l’integrazione dei fondi rischi, operano rispettivamente in Puglia ed Abruzzo e sono doppiamente avvantaggiati perché ricevono fondi sempre grazie al Por-Fesr dalle rispettive Regioni Puglia e Abruzzo”.<br /><br />“Ci risulta – continua Mattia – che meno di un mese fa il Cofidi Puglia ha ricevuto circa 15 milioni di euro grazie alla seconda edizione di un bando della Regione Puglia (Aiuti in forma di garanza di credito-P.O.-Fesr 20078-2013 – asse VI). Diventa, pertanto, necessario monitorare le attività che le due società svolgeranno nella nostra regione attraverso un’iniziativa che il Pdl intende mettere in campo con lo slogan «centralità delle Pmi nel modello di sviluppo italiano. Tra le nostre proposte contenute nel programma di Governo del Paese figurano la sostituzione dell’attuale sistema dei sussidi alle imprese con contestuale ed equivalente riduzione delle tasse sul lavoro e sulla produzione; pagamenti più rapidi della pubblica amministrazione, in applicazione della direttiva europea sui ritardi di pagamento; sviluppo dei distretti e delle reti d’impresa; tutela e valorizzazione delle imprese commerciali di piccola dimensione, al fine della salvaguardia e della coesione sociale delle comunità locali; favorire le imprese di giovani imprenditori: per 3 anni, vantaggi fiscali per le imprese di under 35; valorizzare le libere professioni, riconoscendone le funzioni sussidiarie di pubblico interesse; revisione dei premi Inail, con particolare riferimento alle PMI e agli artigiani, in funzione del rischio reale, sulla base di un criterio bonus-malus”.<br /><br />“In una fase ancora complessa per l’economia nazionale ed internazionale – dice Mattia – è fondamentale scongiurare il rischio di un restringimento del credito, adottando un trattamento dei requisiti patrimoniali che non penalizzi le Pmi, che rappresentano l’ossatura economica della Basilicata. Dobbiamo intanto rilevare che la Giunta regionale non è in grado di tenere fede all’impegno ricevuto all’unanimità dal Consiglio per riservare almeno 10 milioni di euro, alla patrimonializzazione del sistema dei Cofidi di Basilicata (il fondo disponibile è meno di 4 milioni), mentre si continua a riservare una corsia privilegiata a Sviluppo Basilicata e quindi ad ignorare le richieste contenute nel documento ‘Pensiamo Basilicata’ sottoscritto da ben 14 associazioni di categoria di tutti i comparti produttivi che hanno chiesto con forza e priorità nuove risorse ai Cofidi. Il Presidente spesso e volentieri fa riferimento al fondo di garanzia (Benc Capital, Micro Credito e Nuovo Credito, ventur capital), al credito d’imposta, quale strumento che dovrebbe agire sul fisco delle aziende e sulle imprese che assumono, al ricambio generazionale, attraverso il meccanismo dell’apprendistato e dell’avvicendamento nella conduzione di impresa, alla semplificazione amministrativa e legislativa, ossia tanti nuovi buoni propositi che si sono tradotti in vecchi e logori annunci. Infine, le cifre snocciolate di tanto in tanto in difesa di Sviluppo Basilicata – sostiene Mattia – non sciolgono il nodo dell’impegno concreto per il Cofidi Basilicata come per i consorzi di garanzia artigiana, strumenti fortemente voluti dalle categorie professionali che li amministrano direttamente senza ingerenza politica, pagandone sicuramente per questo un prezzo di disattenzione a vantaggio di società extraregionali”.<br />