Clinica Luccioni, presentata proposta di legge Pdl-Fi

Napoli: “Finita l’epoca delle deroghe, entro sei mesi la proprietà presenti un progetto esecutivo con cronoprogramma vincolante”. Castelluccio: “A Tinchi ospedale non utilizzato, a Potenza ospedale in una struttura che non ha i requisiti di sicurezza”

L&rsquo;introduzione di una disciplina ponte per affrontare la situazione contingente e, contestualmente, la definizione di disposizioni per affrontare in maniera definitiva la vicenda della Clinica Luccioni di Potenza: sono questi in sintesi gli obiettivi della proposta di legge che reca &ldquo;Disposizioni in materia di accreditamento di strutture sanitarie&rdquo; presentata dal Gruppo del Pdl – Forza Italia e illustrata oggi ai giornalisti dal capogruppo Michele Napoli insieme al collega Paolo Castelluccio.<br /><br />&ldquo;Un&rsquo;iniziativa &ndash; ha spiegato Napoli &ndash; a riprova del ruolo che svolgiamo come minoranza che responsabilmente presenta proposte perch&eacute; la Giunta superi ritardi, disattenzioni, inadempienze. Nello specifico la pdl, a differenza della mozione presentata ieri da altri consiglieri che &egrave; un mero atto politico e, tra l&rsquo;altro, di contenuto non chiaro, nasce dalla necessit&agrave; &ndash; ha continuato il capogruppo del Pdl – Fi &ndash; di dare una soluzione definitiva alla questione della clinica di Potenza mettendo fine alle continue proroghe&rdquo;.<br /><br />Napoli ha ricordato &ldquo;che pi&ugrave; volte dal 2005 per fronteggiare situazioni di emergenza si &egrave; ricorso a proroghe (leggi regionali 27/2005, 25/2008 e 16/2010). La proposta di legge ha due punti di riferimento fondamentali: il decreto ministeriale n. 70/2015 concernente il regolamento che definisce nuovi standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all&rsquo;assistenza ospedaliera, tra i quali il numero minimo di 60 posti letto per gli ospedali con pi&ugrave; attivit&agrave; chirurgiche, come la Luccioni che per&ograve; ha meno di 60 posti letto; il Piano sanitario regionale all&rsquo;interno del quale la clinica deve trovare le sue funzioni, vale a dire affermando ed attuando la programmazione dei servizi ospedalieri e di prestazioni sanitarie sul territorio regionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Intanto &ndash; ha detto Napoli &ndash; &egrave; indispensabile garantire gli interessi degli utenti attraverso la sicurezza, la tutela della privacy, anche perch&eacute; &egrave; incomprensibile l&rsquo;atteggiamento della Regione che nei confronti di altre strutture della sanit&agrave; privata ambulatoriale accreditata ha usato altri comportamenti. Non &egrave; pi&ugrave; pensabile &ndash; ha precisato &ndash; che si ripetano quotidianamente le difficolt&agrave; dell&rsquo;autoambulanza a raggiungere via Mazzini, che il paziente venga trasferito sotto la pioggia attraverso l&rsquo;unico ascensore disponibile utilizzato anche per il traporto di derrate alimentari e visitatori ed altri disagi e disservizi. E&rsquo; finita l&rsquo;epoca delle deroghe; per questo prevediamo che entro sei mesi la propriet&agrave; predisponga e presenti alla Regione un progetto esecutivo con relativo cronoprogramma vincolante per l&rsquo;ultimazione dei lavori di adeguamento ai requisiti previsti dalla normativa vigente. Inoltre, l&rsquo;Asp dovr&agrave; effettuare verifiche periodiche volte ad accertare il rispetto degli obbiettivi e della tempistica riportati nel progetto e il mancato raggiungimento degli obiettivi e l&rsquo;inosservanza dei tempi stabiliti determiner&agrave; la decadenza della proroga nonch&eacute; la revoca dell&rsquo;accreditamento in essere. Si tratta di una proposta di legge snella, fatta di soli due articoli, ma efficace a differenza della mozione di altri consiglieri che &egrave; palesemente in contrasto con quanto prevede il decreto ministeriale n. 70/2015. In sostanza vogliamo dare la possibilit&agrave; al privato di dimostrare la volont&agrave; di adeguamento alle normative di legge nel pieno rispetto della Costituzione che sancisce il principio della libera iniziativa di impresa che non sia in contrasto con l&rsquo;utilit&agrave; sociale, la sicurezza, la libert&agrave; e la dignit&agrave; umana&rdquo;.<br /><br />Per Paolo Castelluccio &ldquo;la vicenda &egrave; forse quella pi&ugrave; emblematica del fatto che il privato deve sapere che l&rsquo;interesse primario &egrave; per il cittadino tanto pi&ugrave; nel caso della sanit&agrave;. Se qualcuno pensa di replicare in questo campo l&rsquo;esempio dell&rsquo;outlet del commercio si sbaglia di grosso perch&eacute; la salute non &egrave; in svendita. La nostra battaglia &ndash; ha continuato Castelluccio &ndash; &egrave; rivolta all&rsquo;affermazione di pari condizioni di trattamento per i titolari di imprese del comparto della sanit&agrave; privata accreditata che, siamo consapevoli, hanno compiti importanti da svolgere per sopperire sul territorio alle inefficienze del sistema pubblico in una maggiore sinergia a cominciare dal superamento delle liste di attesa. Il primo pensiero in questa vicenda &ndash; ha continuato Castelluccio &ndash; va all&rsquo;ospedale Tinchi con un interrogativo: come &egrave; possibile che una struttura pubblica costata risorse finanziarie ingenti resti utilizzata molto parzialmente ed invece a Potenza si consente di fare ospedale in una struttura che non risponde ai minimi requisiti di sicurezza? E&rsquo; la riprova che nel governo della sanit&agrave; lucana pi&ugrave; di qualcosa non funziona&rdquo;.&nbsp;

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