Il capogruppo Lb-Fdi: “Sembra che l’ostilità di Pittella o l’inerzia della burocrazia regionale, nei confronti della struttura sanitaria privata, continui. Ci chiediamo perché? Perché la Regione tira questa faccenda per le lunghe?”
Il capogruppo di Lb-Fdi Gianni Rosa ha presentato oggi presentato un’interrogazione “per conoscere lo stato di attuazione della legge approvata a novembre scorso per scongiurare la chiusura dell’unica clinica privata della Basilicata e comprendere meglio le ragioni che hanno portato alle lamentele dell’azienda”. Lo rende noto lo stesso Rosa facendo riferimento alle recenti esternazioni dell’amministratore della clinica Luccioni di Potenza, “che ha già acquistato il terreno, sempre a Potenza, ed ha presentato il progetto per delocalizzare la struttura, e lamenta, ancora una volta, un certo ‘ostruzionismo’ della Regione”.<br /><br />“Era il 7 novembre 2015 – afferma Rosa – quando si rischiava la chiusura della clinica Luccioni. Allora, venne approvata una legge per permettere all’azienda di delocalizzare la struttura e mettersi in regola, poiché era impossibile adeguare il fabbricato che ospita la clinica secondo le prescrizioni di legge. Ricordiamo che, in occasione dell’approvazione del provvedimento legislativo, la maggioranza si spaccò. Pittella non era d’accordo. Scappò dall’aula pur di non subire la sconfitta. Ma la legge venne approvata lo stesso. Ora, apprendiamo che l’Asp taglia le risorse e che gli Uffici regionali ancora non hanno stabilito quanti posti letto debba avere la nuova clinica. Sembra che l’ostilità di Pittella o l’inerzia della burocrazia regionale, nei confronti della struttura sanitaria privata, continui. Ci chiediamo perché? Perché la Regione tira questa faccenda per le lunghe? La prima richiesta di delocalizzazione dell’Azienda risale al 2014 ma gli Uffici hanno perso tempo in tutti questi anni e continuano a perderlo. Perché Pittella o gli Uffici non vogliono la clinica Luccioni a Potenza? La legge c’è. La proprietà si è sempre dimostrata disponibile a proseguire la propria attività in Basilicata e a delocalizzare”.<br /><br />“Intanto – conclude Rosa -, chi paga sono i lavoratori ai quali va la nostra solidarietà e il nostro impegno per risolvere una questione che ha dell’assurdo”.