“I bacini idrici e i fiumi lucani vanno protetti dai rischi, nel sottosuolo e in superficie. Le nostre acque interne, invece, scorrono incontrollate e di tanto in tanto si scopre come i volenterosi Carabinieri del N.O.E., di concerto con la magistratura, mettono sotto sequestro depuratori o scarichi fognari non autorizzati; perché solo di tanto in tanto si fanno le campionature delle acque; manca infatti, una rete di rilevazione moderna , efficiente e credibile”. Lo sostiene l’associazione Città Plurale di Matera.
Secondo l’associazione “l’Arpa di Basilicata dovrà essere una agenzia sempre più tecnica ed affidabile, meno di rappresentanza”, e “si dovrà dotare di una seria rete di monitoraggio automatica con dati trasferibili in automatico così come accade per le centraline dell’aria”.
“Monitorare l’aria, l’acqua ed il del territorio lucano per i sedimenti a suolo – aggiunge la nota – è una esigenza non più rinviabile sia per la sempre più massiccia presenza di trivelle per l’estrazioni petrolifere, sia perché gestire l’acqua in così grosse quantità e per una popolazioni di due regioni è un impegno che va affrontato avendo gli strumenti giusti ed utili”.
BAS 05