La Cisl Fp non condivide la proposta di riassetto organizzativo della Regione Basilicata, tuttora al vaglio dei sindacati. A suo parere, non può certo definirsi un progetto innovativo, coerente e funzionale ad un incremento dello standard di efficienza ed economicità dell’Ente. Al contrario, si legge in una nota sindacale. si tratta di un disegno riorganizzativo assolutamente parziale e di un tentativo vano di razionalizzazione della struttura burocratica regionale: l’aver accorpato piccole e sparute unità amministrative oppure stralciato singole porzioni di materie per trasferirle presso altri dipartimenti e, ciononostante, l’aver mantenuto più di ottanta posizioni dirigenziali, non consente di definire il riassetto proposto come un quadro ordinato, logico ed economico, né l’idea sottesa come dotata di respiro manageriale. La soppressione di 6 posizioni dirigenziali e l’istituzione di ulteriori 5 è un’operazione di matematica elementare piuttosto che l’individuazione ben pensata di nuclei strutturati di responsabilità, così come, a titolo esemplificativo, il passaggio di materie come “caccia e danni da fauna” al dipartimento agricoltura, laddove la gestione e la conservazione della biodiversità è funzione precipua del dipartimento ambiente, è il sintomo di un approccio incongruente all’ azione riorganizzativa che, in questo modo, crea più problemi di gestione che benefici da snellimento. Lo stesso dicasi per “l’osservatorio lavori pubblici” attestato all’ambiente anziché più coerentemente al neo costituito dipartimento “stazione unica appaltante”. Le sollecitazioni pervenute dalla Cisl Fp con il documento dello scorso 11 maggio, facevano riferimento a modelli aziendali ben più evoluti, a sistemi ove i vari elementi e i loro legami sono pensati e descritti in maniera analitica e funzionale al raggiungimento di obiettivi ambiziosi, a vantaggio di tutti i portatori d’interesse.
Il modello proposto, invece, si rende ancora più inservibile se si considera che si tratta solo di una fetta dell’Ente, atteso che il riassetto illustrato non contempla affatto tutti i nuovi innesti e gli accorpamenti imminenti: struttura del Consiglio in primis, ma anche la struttura di Alsia, i dipendenti delle Province, quelli delle Aree Programma, eccetera.
Una scelta prematura e frettolosa, probabilmente, anche rispetto alle questioni ad essa correlate, quali il discusso tema delle posizioni organizzative che, in un quadro organizzativo ridefinito, verrebbero rinnovate, sì, ma con vecchi criteri e modalità.
La Cisl non approva questa proposta di ristrutturazione regionale, ritenendola piuttosto un intervento “spot” e insufficiente a ridefinire la fisionomia di un Ente così grande e complesso e chiede, pertanto, di rivedere le scelte organizzative di che trattasi e di predisporre un modello organizzativo complessivo, ove accanto ad una riduzione effettiva e seria delle posizioni dirigenziali venga contemplata una distribuzione di materie e di personale coerenti con gli obiettivi di una governance territoriale al passo con i tempi.
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