In una nota congiunta della Cisl Fp, firmata da Elisabetta Pennacchia segretario regionale, e della rsu Cisl viene ribadita con fermezza la necessità che la Regione Basilicata metta mano con urgenza, prima dell’imminente pausa estiva, a due temi che impattano in maniera decisiva sulle politiche del personale regionale (e non solo) e sull’organizzazione ed il funzionamento efficiente della macchina amministrativa e, dunque, dei servizi.
“Il primo, di più recente emersione – si legge nella nota – riguarda la programmazione del fabbisogno assunzionale regionale per il triennio 2014-2016, che prevede fra le altre cose l’attuazione di progressioni verticali per tre dipendenti regionali. Ebbene, in una fase in cui la Regione Basilicata soffre sotto il peso di quella che sta diventando, al suo interno, un’emergenza occupazionale e assunzionale, che coinvolge fasce e tipologie di precariato d’ogni sorta, e in un momento in cui la normativa nazionale traccia molto chiaramente i confini della spesa per il personale, è impensabile – e lo si afferma senza mezzi termini – che risorse economiche e spazi di turn-over vengano impiegati per garantire carriere in maniera iniqua, ristretta e probabilmente faziosa. Lo si fa, inoltre, nella consapevolezza dell’incostituzionalità di simili determinazioni, indiscutibilmente già dalla riforma Brunetta del 2009 e fino alla legge di stabilità 2015, passando per una giurisprudenza costituzionale e amministrativa consolidata, nella consapevolezza che chi pensa o dice il contrario prende in giro i propri colleghi o i propri dipendenti che nutrono legittime aspettative di carriera che non avranno mai riscontro in questi termini e nella consapevolezza che quegli spazi e quelle risorse possono e devono essere utilizzate per dare risposte all’ampia platea del precariato regionale che, già dal 2014, presenta i requisiti per la stabilizzazione. In particolare, chiediamo che la Regione garantisca la stabilizzazione di tutti e 32 i precari regionali storici, i forestali, i quali, detto con la stessa franchezza, oggi assistono piuttosto alla stabilizzazione di colleghi precari che regionali ancora non sono, e chiediamo che a tale scopo, a stretto giro, dal provvedimento di programmazione del fabbisogno non ancora approvato venga stralciata la previsione delle tre verticalizzazioni, che peraltro invaliderebbe l’intero provvedimento in caso di ricorso, e vengano rimodulati gli importi e le quote in favore della più ampia e pari opportunità di accesso ai processi di stabilizzazione per il personale precario regionale e del definitivo investimento sulle competenze di cui questi lavoratori sono garanti.
Non si vuole qui sottolineare una differenza, ma si vuole solo dimostrare la miopia con la quale la Regione mette in ordine problemi e priorità.
Il secondo tema, già invece ampiamente discusso e mai portato a compimento, riguarda il rinnovo delle posizioni organizzative: anche qui è impensabile che la convocazione della delegazione trattante del prossimo 29 luglio non rechi detto tema in trattazione, dal momento che lo stesso non può essere considerato in maniera avulsa dalla discussione sul fondo del salario accessorio 2015, essendo i due elementi in rapporto di stretta reciprocità, e dal momento che la RSU regionale ha da tempo presentato una piattaforma recante i principi e i criteri a cui ispirare i nuovi bandi e le nuove assegnazioni degli incarichi di posizione, criteri che, non è inutile sottolineare, puntano al merito, alla competenza e all’incremento e miglioramento produttivo.
Chiediamo, dunque, che al tavolo del 29 l’argomento riceva lo spazio di discussione che merita e che, soprattutto, si addivenga a determinazioni definitive”.
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