Il sen. Egidio Digilio (Fli), in qualità di membro della Commissione straordinaria interparlamentare per la tutela e la promozione dei diritti umani, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“La richiesta del Presidente De Filippo di un’indagine su quanto è accaduto nel Centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio è tardiva e non può in alcun modo tacitare la coscienza da responsabilità perché è semplicemente impensabile che a distanza di oltre due mesi la Regione ignori come sia gestito il Campo e quindi quali siano le condizioni di vita dei migranti.
In occasione della mia visita il 3 aprile scorso, pur non volendo far valere le prerogative ispettive che mi derivano dal mandato della Commissione di cui sono componente e che mi consente, come a tutti i parlamentari, l’ingresso persino nelle carceri per accertare il rispetto dei diritti umani, ho incontrato i responsabili del Campo, gli operatori della Croce Rossa Italia, rappresentanti delle forze dell’ordine e un gruppo di migranti ospiti a Palazzo per assicurami (in quell’occasione) del trattamento delle persone. Ma già allora dalla voce di alcuni giovani ospiti ho avuto la sensazione netta che qualcosa non andava bene perché i tempi di “detenzione” erano troppo lunghi. L’ho segnalato al mio rientro a Roma alla Commissione parlamentare ed ho continuato a seguire l’evoluzione di questo come di altri Campi aperti nel Paese. Non mi pare che il Presidente De Filippo abbia manifestato e dimostrato (se non a parole del suo portavoce) uguale impegno e interesse salvo ad accorgersi della situazione solo con la pubblicazione del video-inchiesta delegando ogni compito alle strutture nazionale e regionale di Protezione Civile. E’ proprio questo l’errore politico ribadito dalla nota ufficiale emessa: la questione è stata delegata alla Protezione Civile come se riguardasse solo le condizioni interne al Campo mentre, sin dall’inizio richiedeva un chiarimento politico ed istituzionale da parte del Ministero dell’Interno. Ma non è mai troppo tardi per trasformare la protesta da comunicato in atto concreto”.
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