Cia, progetto filiera energetica green

“Biomasse e biogas insieme hanno i numeri e il potenziale per diventare una fonte strategica per la nuova politica energetica regionale e rappresentano anche un’opportunità di reddito integrativa per le aziende agricole, in grado di far crescere il Pil del settore di almeno 1 punto. Ma soprattutto puntare sulle agroenergie vorrebbe dire abbassare i costi della bolletta energetica e dei carburanti e ridurre le emissioni di anidride carbonica. Un aiuto per le imprese, ma anche un vantaggio per tutti. E’ il messaggio lanciato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori in occasione della VI Conferenza economica della Confederazione che ha dedicato una specifica sessione dei lavori al tema “Le nuove opportunità: le agroenergie”. E’ quanto si legge in un comunicato della Cia Basilicata.
“A parere della Cia lucana  – si legge – non è più rinviabile la definizione del Piano regionale di agro-energia. Anche piccoli impianti a biomasse legnose e gassose e di geotermia sono facilmente realizzabili nelle aree rurali e al servizio primario dell’approvvigionamento energetico delle imprese agricole-zootecniche. Per questo il piano regionale deve puntare a favorire iniziative con produzione elettrica di media dimensione diffuse e non invasive del paesaggio e dell’ambiente, di autoconsumo e per compensazione/scambio dei fabbisogno energetici delle stesse aziende. L’obiettivo centrale per la Cia è l’istituzione del Distretto regionale agroenergetico per Basilicata. E‘ questo un modo per rendere competitive e a maggiore redditività il sistema della Pmi imprese specie quelle agricole”.
“Il mondo agricolo -sottolinea il direttore regionale della Cia Luciano Sileo – ha dimostrato interesse, capacità e prontezza nel saper cogliere le opportunità di integrazione e realizzazione di nuove forme di reddito aggiuntivo, rispetto alla primaria vocazione di produrre per il sistema agroalimentare, attraverso altre attività connesse, come l’agriturismo e la produzione di energia rinnovabile non solo per l’auto consumo ma anche per il mercato energetico. L’attuale sistema di tariffe incentivanti ha consentito –aggiunge – l’avvio del settore agrienergetico per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. E’ necessario ora, in questa nuova fase, apportare le opportune correzioni per superare le distorsioni che si sono verificate in alcune specifiche aree del paese. In modo particolare occorre intervenire affinché siano disincentivati gli investimenti esterni al mondo agricolo senza alcuna connessione con il patrimonio forestale e agricolo nazionale”. Per la Cia “appare necessario promuovere impianti di piccola e media taglia che utilizzano le biomasse solide, le biomasse metanigene e i bioliquidi sostenibili di origine locale, valorizzando il ruolo delle imprese agricole, le intese di filiera e i contratti quadro”. “Allo scopo di assicurare un utilizzo armonico delle risorse e delle produzioni del territorio è indispensabile -continua la Cia- valorizzare le biomasse agricole, privilegiando i residui aziendali e i sottoprodotti, con una approccio di integrazione e non di competizione.  In più lavorare a una filiera energetica “green” tutta italiana favorirebbe l’occupazione, in particolare quella giovanile.

bas 06

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