Garanzia giovani, tirocini, assegno di ricollocazione, fondo regionale per l’occupazione stabile, reddito minimo di inserimento, tirocini di inclusione sociale, cooperazione, bando crea-opportunità, programma capitale lavoro, microcredito, sostegno all’artigianato. Sono queste le misure di politica attiva del lavoro della Regione Basilicata e oggetto dell’incontro sul mercato del lavoro svolto a Potenza alla presenza della segretaria confederale Tania Scacchetti e rivolto ai dirigenti della Cgil Basilicata con l’obiettivo di istituire un gruppo di approfondimento. Un’attenta analisi punto per punto, illustrata da Anna Russelli, componente della segreteria regionale della Cgil, che ha effettuato una ricognizione di tutte le misure attuate dal governo regionale.
La Cgil Basilicata – si legge in un comunicato – ha assunto una posizione molto critica nei confronti del governo regionale anche a fronte di un contesto nazionale che, come ha sottolineato Scacchetti, si caratterizza per una “maggiore polarizzazione del mercato del lavoro, con dei dati di ripresa occupazionale che non sono omogenei sul territorio italiano tra nord e sud e che non riguardano la qualità del lavoro”.
Afferma il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa: “Sul mercato del lavoro vi sono azioni e strumentazioni che si potrebbero utilizzare per gestire questa transizione che vede da un lato politiche nazionali basate più sui bonus che sugli investimenti e dall’altro le politiche frammentarie poste in essere dal governo regionale. Tra queste, Garanzia giovani è uno strumento sbagliato che non favorisce l’occupazione giovanile ma va nella direzione dello sfruttamento da parte delle imprese che adottano questa misura solo per far fronte ad emergenze che sin scontrano con l’assenza di una politica programmatoria e di investimenti. I tirocini formativi altro non sono che una replicabilità degli strumenti.
Se si vuole davvero mettere in atto politiche attive del lavoro in Basilicata – continua Summa – bisogna avere il coraggio di introdurre degli elementi di rottura dei vecchi schemi. Un esempio su tutti è il lavoro di genere. Servono politiche di incentivazione che obblighino le aziende ad assumere le donne grazie all’utilizzo di risorse differenziate. Il dipartimento Lavoro della Regione Basilicata si vende bene ma non innova su nulla, restando sulla burocrazia assoluta che si limita a dare attuazione alle poche direttive nazionali, priva di un protagonismo regionale che provi i a declinare le misure a disposizione alla tipologia del tessuto economico regionale. La Basilicata ha l’Agenzia regionale del lavoro – riprende il segretario – una delle poche in Italia. C’è da capire come integrare i Centri per l’impiego, come mettere a sistema le politiche attive con le politiche passive”.
Summa è critico anche sul reddito minimo di inserimento: “ è stato un importante risultato – dice – in questa battaglia di rimodulazione della carta carburanti che vincola circa 60 milioni di euro l’anno per tre anni allo sviluppo e all’occupazione. Ma nella pratica attuale abbiamo una platea così differenziata tra platea A (lavoratori ex in mobilità) e platea B, che richiede un piano straordinario per l’occupazione su progetti specifici. Il rischio, altrimenti, è che si inneschi una guerra tra poveri tra i lavoratori usati nei Comuni con il reddito minimo di inserimento e i dipendenti assunti regolarmente che si occupano della stessa mansione”.
Bas 05