Il consigliere regionale sottolinea che “anche nella Collina Materana si realizza la filiera corta cerealicola”
“Il pastificio inaugurato sabato scorso in contrada San Marco, in territorio di Tricarico, è l’esempio di come sia possibile, anche nella Collina Materana e nei limitrofi territori della provincia di Potenza, realizzare la filiera corta nel comparto cerealicolo e contribuire al rafforzamento dell’immagine di qualità della pasta italiana”.<br /><br />Lo afferma il consigliere regionale Paolo Castelluccio che, con il collega Nicola Benedetto, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione.<br /><br />Castelluccio sottolinea che “rispetto a 20 anni fa il mondo mangia sempre più pasta italiana, la migliore al mondo, ma – aggiunge – bisogna difendere questo prodotto, il più amato del ‘made in Italy’, da contraffazioni e illegalità. Nel 2010 l’Unesco ha dichiarato la Dieta Mediterranea patrimonio comune immateriale dell’umanità. E la pasta, in questa dieta, ha un ruolo fondamentale. Per tutte queste ragioni il nuovo pastificio, voluto da due imprenditori locali che sono da tempo impegnati nell’attività agricola diretta – continua Castelluccio – assume tanti ed importanti significati per incoraggiare i nostri cerealicoltori a produrre grani di qualità e per la trasformazione sul territorio delle nostre farine”. <br /><br />“I cerealicoltori dimostrano in questo modo – sostiene Castelluccio – che non sono obbligati a vendere il proprio grano di qualità a prezzi stracciati per fare arricchire la grande industria alimentare. Ed è importante sottolineare che le differenze qualitative della pasta sono correlate all’origine del grano, con la superiorità del prodotto 100 per cento made in Italy. Su questo aspetto la recente introduzione obbligatoria dell’etichetta solo in parte consente ai consumatori di individuare quali sono le marche che utilizzano grano duro coltivato nel nostro paese. In realtà, chi voleva una pasta ottenuta con materie prime nazionali, non ha mai fatto fatica visto che sugli scaffali dei supermercati le confezioni del ‘Made in Italy’ riportano scritte a caratteri cubitali, spesso affiancate alla bandiera tricolore e ad altre immagini del territorio che li rendono inconfondibili. Sulle nuove etichette viene specificato in modo generico se il prodotto contiene grano proveniente da Paesi europei o extra europei grazie alle scritte: ‘Paese di coltivazione del grano UE’, ‘Paese di coltivazione del grano Extra UE’ oppure ‘Paese di coltivazione del grano UE e extra UE’. Solo alcune aziende indicano sul sito in modo preciso le nazioni di provenienza”.<br /><br />Per Castelluccio, inoltre “l’innovazione di prodotto sta rispondendo alle nuove esigenze del consumatore globale e dei ristoratori, puntando sulla diversificazione dell’offerta. Non solo: in 20 anni la pasta è diventata sempre più sostenibile. L’innovazione più importante è quella che non si vede nel piatto. In questi anni, grazie al miglioramento dei processi e a contratti di coltivazione che puntano sulla sostenibilità e buone pratiche agricole – conclude – i pastai hanno ridotto sensibilmente i consumi d’acqua e emissioni di Co2 connessi alla produzione di pasta”.<br />