Centrale Mercure, Perrino e Leggieri: “Un altro forte no”

I due consiglieri regionali insieme ai portavoce al Parlamento europeo Pedicini e Ferrara e al portavoce alla Camera dei deputati, Parentela ribadiscono la loro contrarietà sulla riattivazione dell’impianto

&ldquo;Il 31 luglio scorso, durante un&#39;assemblea popolare, i cittadini e i sindaci di Rotonda e Viggianello, insieme ad alcune associazioni ambientaliste, hanno lanciato un altro forte appello per dire no alla riapertura della ex Centrale termoelettrica Enel del Mercure. Il M5s non pu&ograve; che essere al fianco di questi cittadini e di quella parte di istituzioni che da anni si battono per evitare che l&#39;impianto, situato nel Parco nazionale del Pollino tra la Calabria e la Basilicata, possa essere riattivato dopo la riconversione a biomasse. Ancora di pi&ugrave;, il M5s &egrave; impegnato a fare tutto quello che &egrave; possibile con i suoi portavoce regionali, nazionali e europei, dopo che Renzi e il Consiglio dei ministri hanno emanato la delibera del 11 giugno scorso con cui, pur demandando alle Regioni Calabria e Basilicata gli ulteriori adempimenti formali, d&agrave; il via libera alla riattivazione dell&rsquo;impianto senza considerare il punto di vista delle popolazioni residenti nell&#39;area, senza rispondere dello scempio ambientale che si andrebbe a compiere, senza rispettare alcune direttive europee e la sentenza del Consiglio di Stato del 1 agosto 2012 con cui veniva bocciato il progetto, senza dar conto del parere negativo dell&#39;Ente Parco del Pollino e di alcuni sindaci&rdquo;. Ad affermarlo in una nota congiunta i consiglieri regionali del gruppo M5s, Gianni Perrino e Gianni Leggieri, i portavoce del movimento al Parlamento europeo, Piernicola Pedicini e Laura Ferrara, e Paolo Parentela, portavoce di M5s alla Camera dei deputati.<br /><br />&ldquo;Gi&agrave; nei mesi scorsi &ndash; si legge nella nota – i portavoce eurodeputati Piernicola Pedicini e Laura Ferrara e, il 2 luglio scorso, il portavoce deputato della Calabria Paolo Parentela del M5s, hanno presentato delle interrogazioni alla Commissione europea e ai ministri dello Sviluppo, dell&#39;Ambiente e della Salute, per chiedere che la Centrale non venga riaperta, ora verranno sviluppate altre iniziative insieme ai portavoce consiglieri della Regione Basilicata Gianni Perrino e Gianni Leggieri&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Una cosa &egrave; certa &ndash; sottolineano i firmatari del documento – se l&#39;arroganza e la prepotenza di Renzi e dei governatori Pd Mario Oliverio e Marcello Pittella non verranno fermate, un&#39;altra straordinaria area naturalistica italiana verr&agrave; annientata dagli interessi economici e delle lobby dell&#39;energia a discapito della salute, dello sviluppo compatibile e dell&#39;occupazione di qualit&agrave;. Inoltre, bisogna agire anche a livello europeo, dove, i poteri forti che condizionano la Ue, stanno facendo di tutto per esonerare dai limiti di emissione di inquinanti gli impianti di produzione a biomassa, invece di andare verso la tutela della qualit&agrave; dell&#39;aria, come previsto dagli obiettivi Ue al 2030. Nello specifico le ragioni principali del no alla Centrale sono le seguenti: si trova nel Parco nazionale del Pollino che &egrave; una Zona di Protezione Speciale (Zps) tutelata dalla Direttiva europea 79/409/Cee; il progetto non soddisfa le richieste previste dalla normativa comunitaria, nella fattispecie la Valutazione di impatto ambientale (Via) come enunciate dalla Direttiva europea 2011/92/Ue; il progetto non menziona l&rsquo;impatto nocivo delle emissioni sulla salute della popolazione e sulle ripercussioni negative sul turismo e l&rsquo;agricoltura dell&rsquo;area&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Inoltre &ndash; precisano ancora Perrino, Leggieri, Pedicini, Ferrara e Parentela -&nbsp; nelle zone limitrofe alla centrale esistono colture a marchio Dop, come la melanzana rossa e i fagioli bianchi che si coltivano nei comuni di Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore e Castelluccio Inferiore; l&rsquo;Enel sta riattivando un impianto obsoleto dal 1997, riconvertendolo a biomasse, e quindi con la necessit&agrave; di doverla alimentare con enormi quantit&agrave; di legno, azione che provocherebbe un impatto insostenibile per la biodiversit&agrave; del Parco&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Occorre precisare&nbsp; &ndash; concludono i firmatari della nota -&nbsp; che l&rsquo;area non potrebbe sopportare il transito di oltre cento veicoli pesanti al giorno, necessari al trasporto dell&#39;ingente quantit&agrave; di biomassa necessaria ad alimentare l&#39;impianto e che &egrave; stato denunciato il pericolo di infiltrazioni criminali, in quanto il principale fornitore delle biomasse all&rsquo;Enel &egrave; stato pi&ugrave; volte sottoposto a provvedimenti restrittivi antimafia per la frequentazione con ambienti della malavita calabrese&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br /><br />

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