Centrale Mercure, Libonati (Dec) su sentenza Tar Calabria

“Un provvedimento deleterio che condanna l’area della Valle del Mercure e che mette a rischio l’incolumità e la salute pubblica dei cittadini residenti in zona”.
E’ con queste parole che il capogruppo alla Provincia di Potenza dei Democratici e Cattolici, Vincenzo Libonati, esprime rammarico per la sentenza con cui il Tar della Calabria ha respinto le quattro richieste di sospensiva in riferimento all’autorizzazione che la Regione Calabria ha concesso all’Enel per la riapertura della centrale a biomasse.
“A fare ricorso contro un provvedimento a senso unico, che non aveva tenuto conto né della volontà negativa della Regione Basilicata, né tantomeno aveva portato ad interpellare la massima istituzione lucana e con essa i sindaci dell’area, erano stati non solo la stessa Regione, ma anche il Parco Nazionale del Pollino ed i comuni di Rotonda e Viggianello.
I ricorsi al Tar, di sicuro non sono stati avanzati per interessi privati- sottolinea il consigliere Provinciale – ma per l’interesse collettivo della salvaguardia delle popolazioni del Mercure che, qualora la centrale venisse riattivata, dovrebbero fare i conti con un elevato rischio tumorale che sarebbe sempre in agguato”.
Libonati lancia un monito alla Regione Basilicata affinchè “si faccia garante della salvaguardia della salute, conferendo all’Arpab il mandato di installare centraline fisse per la valutazione dell’impatto che la centrale avrebbe sull’atmosfera. E qualora i valori fossero variati rispetto al periodo precedente alla riattivazione della centrale, si dovrebbero assumere provvedimenti mirati al blocco delle attività”, coinvolgendo gli organi competenti.
Per il capogruppo, “non sarà solo l’incolumità del cittadino ad essere a rischio a causa dell’emissione in atmosfera delle polveri fini ed ultrafini derivanti dal processo di combustione che si formano anche a distanza dalla fonte per reazioni chimiche e fotochimiche degli inquinanti primari e dai quali si sprigionano potenti cancerogeni come il benzo(a)pirene ed altri idrocarburi policiclici aromatici. A risentirne, sarà anche-conclude Libonati – il futuro del Parco Nazionale del Pollino che risentirà inevitabilmente, a livello di impatto ambientale, delle ricadute negative del mostro a biomasse. Per non parlare infine delle produzioni agricole a marchio DOC, Dop e IGP che perderebbero il loro valore e le loro caratteristiche riconosciute”.

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