Il capogruppo Lb-Fdi critica il presidente della Regione, che “chiede indipendenza dalle multinazionali e poi accetta una automobile gratis dalla Fiat”
“Caso Fiat di Melfi: la credibilità di Marcello Pittella è a zero. Chiede indipendenza dalle multinazionali e poi accetta una automobile gratis dalla Fiat. Apprendiamo da un articolo del corriere del Mezzogiorno che Pittella sarebbe preoccupato per l’evoluzione del caso Melfi; per il rallentamento della produzione di automotive e per l’influenza dei dazi americani su acciaio e alluminio. Il governatore, che chiederebbe alla Basilicata di essere ‘meno dipendente dalle multinazionali’, nel frattempo accetta di prendere in comodato d’uso gratuito una Alfa Romeo Stelvio dalla Fca (Determina dirigenziale n. 1 del 3/01/2018, Ufficio Provveditorato e Patrimonio)”. E’ quanto dichiara il capogruppo di laboratorio Basilicata – Fratelli d’Italia Gianni Rosa.<br /><br />“L’ironia della vicenda – aggiunge – non sfuggirà ai cittadini. Da un lato, il proclama della sperata ‘autonomia dalle multinazionali’, dall’altro, l’accordo con la Fiat della concessione gratuita di un’auto perché quella di rappresentanza di Pittella è incidentata. Neanche stessimo parlando di un disoccupato che coglie al volo l’occasione di un’auto gratis. Se non è dipendenza questa, non sappiamo cosa lo sia. Ricordiamo ancora quando Pittella, sbandierando i dati dell’occupazione, ci ha dato dei ‘gufi’ perché ritenevamo che fossero frutto solo delle assunzioni Fiat e che per questo erano da considerare slegate dal tessuto produttivo lucano. Oggi, Pittella ci dà ragione. Ma non basta. Non basta perché ci chiediamo come abbia fatto a ricoprire il ruolo di assessore alle attività produttive, prima, e di governatore, poi? Chi avrebbe dovuto creare l’indipendenza della nostra terra dalle multinazionali? Come è stato possibile affidare la guida della Basilicata ad una persona che dopo anni al vertice della Regione, fa finta di cadere dal pero?”.<br /><br />“Abbiamo perso anni preziosi – conclude Rosa -, anni in cui tutta l’Europa ed anche l’Italia si sono riprese dalla crisi del 2011, in cui potevano essere fatte serie riforme strutturali sull’onda della crescita internazionale, mentre noi siamo rimasti al palo. Ecco perché non ci servono presunti gladiatori ma una visione di sviluppo ed un programma serio. Basta salvatori della Patria che questa Patria non conoscono”.<br />