Carlo Rutigliano presidente Pd Potenza

 Si è riunito ieri sera, presso la sede di Piazza Gianturco n.4, il Coordinamento cittadino del Pd di Potenza che ha proceduto all'elezione, a larga maggioranza, del 26enne Carlo Rutigliano quale Presidente dell'organismo medesimo ed all'approvazione, quasi unanime, di un documento politico sulla situazione politico-amministrativa del Comune di Potenza, che è stato illustrato dal segretario cittadino Enzo Sarli.
Qui di seguito il documento integrale.
 Il Partito Democratico della città di Potenza avverte la necessità di parlare con chiarezza ai propri elettori ed alla città intera. L’esito delle elezioni comunali del 2014 ha affidato al Sindaco De Luca, eletto dalla coalizione di centro-destra, la guida della città, ma , come è ben noto, non ha dato allo stesso Sindaco una maggioranza politica che gli consentisse di governare e di amministrare.
Nella particolare e difficile situazione politica, occorre sottolineare l'impegno e il forte senso di responsabilità che, in questi due anni di consiliatura , è stato messo in campo dai consiglieri comunali di centro-sinistra e in particolare del partito democratico.
Il sostegno responsabile del Partito Democratico si è concretizzato, in particolare ,con il riconoscimento di fondi cospicui ,necessari al riequilibrio finanziario(32.000.000 di euro, deliberati dalla Regione a favore della città), grazie all’impegno dei propri Consiglieri Regionali ed al sostegno dei propri Parlamentari Nazionali.
Per garantire ai cittadini di Potenza che quella con il Sindaco eletto da forze di centro-destra rimanga una collaborazione momentanea e di emergenza , finalizzata alla soluzione dei principali problemi della città, è necessario che i confini della collaborazione siano quanto più trasparenti possibile e comunque non intacchino i principi e le basi culturali fondamentali che distinguono le diverse appartenenze politiche.
È quindi necessario evidenziare chiaramente i contenuti della collaborazione.
A distanza di quasi due anni e mezzo dall'insediamento del Sindaco, il Partito Democratico:
a)afferma la volontà di sostenere l'azione amministrativa del Sindaco De Luca, laddove vi sia un definitivo chiarimento politico che superi le attuali ambiguità e definisca in maniera chiara i contorni della maggioranza politica consiliare;
b)sottopone al Sindaco i punti programmatici , sui quali il Primo cittadino dovrà pronunciarsi per una partecipazione diretta al Governo della Città.

Punti programmatici

Dal punto di vista delle politiche urbane, bisogna essere consapevoli che, nonostante questa fase di necessità, ci sono battaglie dalle quali non si può prescindere e che devono contraddistinguere l’azione politica ed amministrativa di emergenza. Una di queste è la difesa delle funzioni amministrative e burocratiche che la Città svolge per l’intero territorio regionale. L’altra è quella contro lo smembramento della Regione, tema quanto mai attuale.
Se “LA CITTÀ PRIMA DI TUTTO” non è un semplice slogan, la collaborazione di tutti deve consentire a Potenza di essere finalmente città cerniera di mobilità, infrastrutture e logistica, e garante dell’unità regionale, centro erogatore di servizi per le persone e le imprese (puntando anche su ICT), di avere la forza politica per imporre la sua partecipazione alla predisposizione delle politiche territoriali regionali. È interesse di tutti che si costruisca una rete di relazioni tra Potenza, Matera e le altre città lucane, e si rafforzino i rapporti nel resto del territorio, sulla base di un disegno che ridia ruoli, accessibilità ed infrastrutture alle diverse realtà locali la cui sopravvivenza e vitalità è fondamentale affinchè si possa giustificare l’esistenza di una Regione e di una Città Capoluogo. Potenza deve evidenziare che se la Basilicata non rafforza il ruolo delle sue città e, più in generale, la sua coesione territoriale e sociale, perderà inevitabilmente pezzi. Lo smembramento macroregionale verrebbe da sè, senza bisogno di atti politici.
Da qui la necessità di infrastrutture utili alla coesione territoriale come un collegamento tecnologicamente efficace nella direzione Potenza – Melfi – Foggia e un altrettanto efficace collegamento tra le città capoluogo, Potenza e Matera. Appare indispensabile, da questo punto di vista, che si dia la necessaria importanza alla direttrice Ferrandina – Matera – Bari, vera spina dorsale per la coesione di buona parte delle aree interne, inopinatamente trascurata .

Queste sono solo alcune delle caratteristiche generali di impegno politico da affrontare per risollevare la Città.
Esistono poi punti più specifici che non sono certamente esaustivi, né nel numero, né nei contenuti, ma che possono meglio orientare il dibattito.
Le problematiche evidenziate non interessano quasi mai solo Potenza, ma interessano quasi sempre l’intera Regione, a maggior evidenziazione di quanto la Città capoluogo e la Regione abbiano destini comuni.

1. Università. Molte università si identificano con la città che le ospitano. L’UNIBAS deve diventare l’Università della Basilicata e fungere da strumento di coesione tra la Città Capoluogo e la restante Comunità. Bisogna bandire qualsiasi forma di competizione con Matera e lavorare per integrare le diverse funzioni che hanno le due città: una, capitale europea della cultura, l'altra città capoluogo di regione. Perché l’Università possa diventare volano di sviluppo per la Città e per la Regione è necessario che l’intervento pubblico si concentri di più nel campo della ricerca, sia pura che operativa, per realizzare punti di riferimento per tutta l’Europa e il Mediterraneo. Questo è un modo concreto per attrarre menti e investimenti sul nostro territorio. Il principale problema della Città di Potenza è creare occasioni di lavoro che non siano più “il solito posto nella Pubblica Amministrazione”. Al fine di stabilire un rapporto diretto con la città è sempre più opportuno lottare per l'istituzione della facoltà di medicina che rafforzi il legame con l'Ospedale San Carlo, così che le due strutture acquisiscano lustro e funzionalità in una stretta e proficua collaborazione. La città ha altresì certamente necessità delle competenze delle facoltà scientifiche per favorire, garantire ed implementare la sicurezza delle strutture pubbliche e private in una zona a rischio sismico.

2. Scuola. Bisogna aprire un confronto con gli Istituti scolastici affinché, come previsto dalla c.d. Legge della Buona Scuola, procedano con l’ampliamento dell’offerta formativa per rafforzare il diritto allo studio, a partire dalle persone con disabilità, migliorando la qualità dell’educazione e facendo sì che la Città si apra al mondo. Particolare attenzione bisogna riservare alle scuole dell’infanzia ed elementari per la specificità propria dell’utenza e per la funzione che esse hanno rispetto alle esigenze delle famiglie. Non si può qui non evidenziare che la Città ospita Istituti per l’Istruzione superiore di grande valore culturale. Da questo punto di vista si può certamente affermare che Potenza è la sede più importante della regione nel settore dell’istruzione e che questo ruolo è fondamentale come quello amministrativo. La necessità di tradurre in opportunità positive la presenza del polo dell’istruzione non può non essere ai primi posti dell’attività dell’amministrazione.
3. Sanità. Il San Carlo deve tornare ad essere un punto di eccellenza del sistema sanitario lucano e meridionale. È necessario che la Città rivendichi questo ruolo rapidamente. L’attuale contesto è tale per cui si corre il rischio che politiche sanitarie poco appropriate finiscano con il creare un cortocircuito tra la Città e il territorio. Gli unici a perdere in questo caso sarebbero i cittadini. Stesso ragionamento vale per il don Uva. In questo caso bisogna ragionare in termini di rilancio della struttura in funzione dell’ampliamento dell’offerta dei servizi sanitari tenendo sempre presente i vincoli di spesa e il rispetto delle regole. Anche in questo caso la città deve migliorare l’accessibilità alle sedi implementando il trasporto pubblico e coinvolgendo i privati in tutte quelle attività di sostegno e supporto ai servizi pubblici

4. Urbanistica. L’economia della città di Potenza negli ultimi sessant’anni anni ha tratto largo beneficio dall’andamento positivo della filiera dell’edilizia, favorita dalla tumultuosa espansione residenziale della seconda metà del secolo scorso.
L’edilizia quindi protagonista in positivo come produttrice di lavoro e di reddito, ma protagonista in negativo, grazie ad una gestione politica approssimata e clientelare, della precarietà cronica della funzionalità dell’impianto cittadino e di conseguenza dello scarso appeal dell’ambiente urbano che Potenza offre.
La crisi globale degli ultimi anni ha messo in difficoltà, più degli altri, proprio la filiera dell’edilizia, determinando, in città, disoccupazione e diseconomie.
L’indirizzo politico generale, quindi, non può non avere tra le priorità l’obiettivo dell’urgenza di rianimare il settore. Il che significa in termini pratici, creare lavoro e produrre reddito per le imprese, per i lavoratori, per i professionisti, per un vasto indotto. Ciò deve avvenire perseguendo obiettivi precisi: restaurare il territorio e la città esistente ed imporre il raggiungimento di un accettabile livello della qualità urbana. Pertanto:
a) stop al consumo di suolo incontrollato (ridefinire quantità e qualità delle previsioni urbanistiche non attuate in funzione delle esigenze della città, delle capacità di investimento, delle richieste del mercato);
b) priorità per il recupero del patrimonio edilizio esistente (sicurezza sismica, prestazioni energetiche e tecnologiche delle costruzioni e delle infrastrutture) per innalzare il livello qualitativo dell’abitare e di conseguenza, per raggiungere alte capacità di resilienza fisica e sociale della città;
c) connettere la città residenziale alla città dei servizi, riqualificando ed adeguando la città pubblica.
d) lavorare tra le porosità del tessuto urbano di Potenza, determinato dal cattivo uso dell’urbanistica, per eliminare criticità e fragilità del territorio, insufficienza ed obsolescenza dell’armatura viaria, e per recuperare qualità ecologica, standard, paesaggio urbano.
I mezzi indispensabili per raggiungere gli obiettivi sono:
• affidabilità dell’Amministrazione (autorevolezza politica e gestionale);
• esistenza di regole chiare e comprensibili (riformulazione degli strumenti urbanistici e del RE);
• efficienza ed affidabilità dell’apparato burocratico (aggiornamento tecnologico e disciplinare);
• convenienze e premialità procedurali e fiscali (rideterminazione degli oneri e della fiscalità locale nel settore).

Per raggiungere questi obiettivi è necessario cambiare di direzione rispetto all’attuale gestione. Questa amministrazione deve immediatamente impegnarsi per definire in dettaglio un progetto di città futura chiaro e determinato che esalti il ruolo di capoluogo ospitale a servizio della Basilicata e con capacità di istituire rapporti con la rete delle città meridionali.

5. Politiche energetiche. Il sogno di una città che produca più energia di quanta ne consumi può diventare realtà. Partendo dal patrimonio pubblico che va riqualificato nel breve termine approfittando delle condizioni e delle opportunità che l’Europa e lo stato hanno messo in campo. Creando convenienze per i settori privati, quello residenziale e soprattutto quello produttivo, inaugurando una stagione di collaborazione pubblico – privato. In questo settore si può e si deve intervenire per ridurre le emissioni di CO2, consentendo il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020 e soprattutto migliorando la qualità della vita dei cittadini.

6. Trasporto pubblico comunale. Valorizzare al meglio le infrastrutture esistenti (il percorso di scale mobili più lungo d’Europa, la presenza di ferrovie urbane) provando a costruire un sistema integrato, intermodale, efficiente ed equilibrato nel rapporto costi/ricavi. La creazione di un sistema integrato non può prescindere da: complementarietà dei Programmi di esercizio (urbano ed extraurbano automobilistico, ferroviario FAL srl e Trenitalia, scale mobili e sistema dei parcheggi); tariffazione unica e soprattutto politiche di marketing e della comunicazione adeguate. In grado di educare il consumatore utente del bene trasporto pubblico.

7. Rifiuti urbani. Sostenere ed investire sull'impiantistica e su modelli tesi ad organizzare e favorire l'aumento delle percentuali di raccolta differenziata. Su questo aspetto bisogna chiarirsi su un principio non tutto ciò che è pubblico è costoso inefficiente ed inefficace. L’Acta deve restare un’azienda comunale. Partire da questo asserto per intervenire sul modello organizzativo.

8. Attività sportive e ricreative. Conoscere a quanto ammonta la domanda e il fatturato delle attività è il primo passo per potere intervenire con politiche mirate a migliorare la qualità del servizio, per le attività sportive come per quelle culturali. Essenziale è il coinvolgimento delle Federazioni sportive e delle Associazioni che operano nel settore. Rivedere il regolamento comunale per l’assegnazione degli impianti è fondamentale.

9. Interventi a sostegno del disagio sociale. Sono molte le associazioni laiche e religiose che operano in questo settore. Fondamentale è un’azione politica di coordinamento e di raccordo tra loro e con la stessa amministrazione comunale. Enorme è il lavoro da fare, e tra le prime cose da organizzare vi è un progetto per una città senza barriere e a misura di qualsiasi cittadino, sia esso bambino, adulto, anziano o con disabilità.

10. Quartiere Bucaletto. Le iniziative a sostegno della riqualificazione del quartiere non devono piovere dall'alto, senza quindi una preventiva , capillare consultazione dei cittadini circa la soluzione più idonea da adottare e in che direzione veicolare i finanziamenti nazionali e regionali

bas04 

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