Bucaletto, Leggieri: incuria e abbandono delle istituzioni

Per il capogruppo del M5s il quartiere alla periferia di Potenza “è oramai il simbolo delle occasioni perse per colpa di una politica preistorica, troppo distratta e poco lungimirante”

&ldquo;Tutti i cittadini che abitano nella &lsquo;cittadella&rsquo; di Bucaletto a Potenza sanno quanto sia difficile vivere tra i mille problemi quotidiani di incuria, di abbandono delle istituzioni, di passerelle politiche nei periodi di elezioni e con tutto ci&ograve; che riguarda gli aspetti sociali legati al territorio.<br />Edifici fatiscenti, rifiuti abbandonati, illuminazione carente e scarsa viabilit&agrave;, dovuta tanto alla presenza di buche sul manto stradale, quanto a fognature non funzionanti, a veicoli abbandonati, soste non autorizzate o a lavori lasciati incompiuti. Allo stesso modo va denunciato il degrado ambientale relativamente agli spazi nei quali mancano o sono carenti le aree verdi, i servizi pubblici essenziali, l&rsquo;attivit&agrave; di polizia e vigilanza, l&rsquo;accessibilit&agrave; a nidi, scuole, farmacie e uffici postali&rdquo;.<br /><br />Lo ha detto il capogruppo del Movimento cinque stelle in Consiglio regionale Gianni Leggieri, a parere del quale &ldquo;questi eventi favoriscono l&rsquo;idea che la pubblica amministrazione sia carente o, quantomeno, distratta. Distratta nella tutela dei propri cittadini rispetto alla questione ambientale dato che vivono a pochi metri da un impianto siderurgico e con la presenza di amianto nelle proprie abitazioni. Costruire un intero quartiere urbano nelle vicinanze di un simile impianto &egrave; uno dei segni della spregiudicatezza della politica di quei tempi, non dimenticando che molti dei suoi esponenti gravitano ancora oggi nei palazzi del potere del capoluogo e della Regione. Era il 23 novembre 2015, quando Pittella inaugurava l&rsquo;assegnazione di 100 nuovi alloggi e anche qui si rileva poca chiarezza nell&rsquo;assegnazione dato che Ater e Comune di Potenza hanno lasciato fuori chi in quei fabbricati ci vive da decenni, preferendo altri che nella cittadella &egrave; arrivato da poco tempo o addirittura chi viene dalla provincia. Anche qui si denuncia un&rsquo;approssimazione che ha generato molti malumori tra chi condivide le problematiche di quell&rsquo;area. Insomma, la solita guerra tra poveri. Per non parlare della sicurezza dei cittadini che vivono in prefabbricati che prendono fuoco come pagliai. Nei giorni scorsi si &egrave; verificato l&rsquo;ennesimo episodio di incendio. Prende fuoco un&rsquo;auto e le fiamme si propagano al prefabbricato vicino. Anche questa volta non hanno funzionato gli idranti installati lungo le vie tra le varie unit&agrave; abitative in legno. Risultato: un&rsquo;intera famiglia ha perso la casa (se cos&igrave; possiamo chiamarla). Oramai le tragedie sfiorate non si contano pi&ugrave; (e in passato non &egrave; mancato il morto).<br /><br />&ldquo;Evidentemente a Potenza esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B &ndash; ha aggiunto Leggieri -, quando invece tutti i cittadini hanno pieno diritto di vivere in un ambiente urbano pulito, sano, funzionale e sicuro. Sul piano di riqualificazione, invece, non c&rsquo;&egrave; lungimiranza e mancano idee innovative. Ci prepariamo a una nuova invasione di cemento, quando invece si poteva trasformare l&rsquo;area in un modello di modernizzazione urbana attraverso una riqualificazione architettonica e ambientale tenendo ben presente il concetto di sostenibilit&agrave;, non soltanto ambientale ma anche sociale ed economica, con un occhio ai consumi di suolo ed energia e valorizzando il riuso e il riciclaggio del patrimonio edilizio. Occorre migliorare l&rsquo;identit&agrave; architettonica degli edifici agendo sulla qualit&agrave; d&rsquo;uso degli spazi pubblici e privati, inserendo nuove aree comuni e servizi per il quartiere; &ndash; ottimizzare il comportamento energetico dell&rsquo;edificio esistente, con nuovi involucri architettonici e interventi di efficientamento della produzione e dei consumi energetici; &ndash; aumentare il numero di alloggi sociali con la modifica delle tipologie e la densificazione dei tessuti esistenti; &ndash; intervenire sulle nuove esigenze abitative, attraverso trasformazioni della distribuzione interna degli alloggi e aggiungendo nuove logge, balconi e giardini d&rsquo;inverno. Insomma, Bucaletto &egrave; oramai il simbolo delle occasioni perse per colpa di una politica preistorica, troppo distratta e poco lungimirante&rdquo;.<br />

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