Braia: attentato Brindisi atto vigliaccheria contro giovani

Per il capogruppo del Pd le nuove generazioni “rappresentano la vera nostra unica e vera speranza per un futuro migliore e devono imparare a costruirlo nella maniera più corretta possibile”

"L’attentato all'Istituto professionale Morvillo – Falcone di Brindisi non ha ammazzato solo una sedicenne studentessa dal nome di  Melissa Bassi, ferito gravemente la sua amica Veronica Capodieci  e coinvolto altri cinque amici di scuola, rischia infatti di minare fortemente il futuro della nostra nazione rappresentato dalla  scuola e dai giovani.  E’ con loro e soprattutto da loro che deve partire la più grande reazione a questo gravissimo atto di viltà compiuto negli ultimi 20 anni in Italia". E' quanto afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Luca Braia.
 
"Neanche nel periodo più difficile che la nostra nazione abbia mai vissuto, coinciso con gli anni di piombo, caratterizzato  da un terrorismo tanto violento quanto inquietante – aggiunge l'esponente del Pd -, si è mai registrato un attacco al cuore pulsante della civiltà umana, al luogo  in cui le coscienze si formano, i saperi  si evolvono, i pensieri  si condividono, le culture si fondono  e le personalità si forgiano. Il terrorismo ha come obiettivo finale il suscitare nelle persone che si individuano come 'avversari' emozioni negative come la paura, l’angoscia, l’inibizione delle attività e la riduzione dei comportamenti sociali. E’ un modo quindi per condizionare, controllare, inibire il comportamento altrui attraverso la suggestione emotiva della paura. Da sempre la violenza e la paura, sia espresse con attentati che minacciate dalla propaganda, sono usate come tecniche di pressione sulla popolazione avversaria. E’ proprio per questi motivi che individuare come 'avversari' e colpire mortalmente al fisico ed alla mente di ragazzi di sedici anni che con gioia alle otto di mattina varcano la soglia della propria scuola è tanto folle quanto irrazionale, contemporaneamente devastante e criminale, a prescindere da chi lo ha organizzato o provocato, per i quali  non esistono pene adeguate da far scontare in grado di espiare una siffatta colpa".
 
"L’appello comunque è a mettere in campo tutti insieme dovunque una reazione positiva – aggiunge ancora Braia -, culturalmente adeguata, determinata e propositiva, l’appello va rivolto proprio a coloro che i terroristi ieri hanno individuato come 'avversari' e che invece rappresentano l’unica vera speranza di futuro che dobbiamo con ogni mezzo e ad ogni costo  proteggere, valorizzare, tutelare, sostenere, stimolare e non offendere, spaventare o umiliare. I giovani  rappresentano la vera nostra unica e vera speranza per un futuro migliore, non per altro ma perché essi stessi lo vivranno e che per questo devono imparare a costruirlo nella maniera più corretta possibile. Proprio dalla scuola quindi, deve partire il segnale più forte e la reazione più decisa. Sarebbe importantissimo in questi ultimi 20 giorni , discutere, confrontarsi, parlare, elaborare , comprendere che conoscere e studiare aiuta ad acquisire consapevolezza, che alle difficoltà si reagisce con il sacrificio, che alle crisi si reagisce con la responsabilità, che le  aspettative e la gratificazione sono molto più importanti del danaro e del successo, che gli obiettivi si raggiungono con il lavoro e con  l’impegno, che non esistono soluzioni precostituite o scorciatoie da ricercare, esiste l’applicazione, il metodo, l’organizzazione, la partecipazione e che bisogna tornare a vivere con semplicità ed all’insegna di valori  fondamentali come la solidarietà, la tolleranza, la famiglia, il rispetto dell’altro e l’amicizia, quella vera".
    Condividi l'articolo su: