“L’iniziativa del neo governatore Marcello Pittella per affermare il principio che la Regione Basilicata possa decidere in piena autonomia ed esercitando le proprie prerogative istituzionali in materia di utilizzo del fondo che alimenta la card idrocarburi va nella direzione che insieme al consigliere regionale Antonio Autilio ho indicato da tempo vale a dire battersi oltre la card perché non sia il ministero dello Sviluppo economico a gestire direttamente e centralisticamente i 2 miliardi di euro derivanti dall'art. 16 del decreto liberalizzazioni'. E' quanto sostiene il consigliere provinciale di Potenza Vittorio Prinzi che aggiunge: “il bonus carburante è solo la punta dell’iceberg di una questione che è destinata a trascinarsi ben oltre le sentenze del Consiglio di Stato o le decisioni del Consiglio dei Ministri di bocciatura di normative regionali (ultima la Moratoria sulla ricerca petrolifera) in uno scontro politico-istituzionale che riguarda scelte e gestione delle risorse energetiche del nostro sottosuolo. Io continuo a sostenere che specie per l'esperienza che abbiamo vissuto con il patto di stabilità che ha imbrigliato le royalty derivanti dal petrolio, nonostante la pressione del precedente Governatore De Filippo nei confronti dell'ex Premier Monti, non possiamo avallare alcuna scelta centralistica che ripeterebbe l'esperienza sinora consolidata in Val d'Agri con lo Stato che incassa il gettito fiscale, le compagnie che fanno profitti e la Regione che non riesce nemmeno a spendere le briciole delle royalties”. “C’è una scadenza ravvicinata, l'approvazione della Sen (Strategia energetica nazionale), che richiede una diversa interlocuzione tra Regione-Province-Comuni della Val d'Agri e Sauro e Governo e Parlamento. E’ in questa occasione – ha aggiunto Prinzi – che potremo far sentire più forte la voce delle nostre popolazioni. La posizione per quanto mi riguarda è chiara e non si muove di un solo millimetro: le royalty devono essere quantificate in almeno il 50 per cento con una quota affidata direttamente alla Regione e una quota ai Comuni del comprensorio della Val d'Agri. Siamo in una fase cruciale per il futuro della comunità regionale e c'è bisogno di una scelta coraggiosa (c’è chi la chiama “vertenza Basilicata” e chi “marcia su Roma”) per non accontentarci né di qualche punto percentuale in più di royalty e né di qualche milione di euro in più dallo Stato per costruire qualche infrastruttura”.
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