“Non è una teoria. E’ piuttosto un insieme di affermazioni, una ideologia più che una teoria che vuole identificare analisi e ricerche sul genere fatte negli ultimi decenni per combatterle”. Così la presidente della Crpo
“La nostra Regione ogni giorno assume le sembianze di una spugna”. E’ quanto asserito dalla presidente della Commissione regionale pari opportunità, Angela Blasi, che continua affermando: “assorbiamo tutto e rilasciamo tutto con una velocità che a volte non permette una riflessione attenta”.<br /><br />“In questi giorni caldi – continua Angela Blasi – le tematiche affrontate su vari fronti sono risultate ancora più calde, ma hanno messo in luce le aspettative di alcuni, le convinzioni di altri e la voglia di tutti di esprimersi. La Crpo, segue con attenzione, o almeno prova a tenere il passo rispetto le vicende del Consiglio regionale e di tutte le associazioni presenti in Regione, ed ha il dovere di testimoniare e difendere l'articolo 3 della nostra Costituzione: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8,19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali’. Si parla di diritti a colpi di mozioni, si innalzano steccati, ci si nasconde dietro ideologie di partiti o dietro la religione, dimenticando che il riconoscimento dei diritti è il riconoscimento della persona”.<br /><br />“Siamo tutti differenti, ma uguali. Un motto conosciuto e poco praticato. La Crpo – sostiene la presidente – ha il dovere di chiedere una maggiore attenzione al linguaggio utilizzato in sedi istituzionali, ha il dovere di chiedere che i diritti vengano rispettati, che le persone vengano valorizzate e che le opinioni di tutti vengano ascoltate. La domanda che ci poniamo, oggi più che mai, è se il riconoscimento dei diritti di alcuni possa voler dire il disconoscimento dei diritti di altri. Noi crediamo di no. Ci sono tematiche in cui bisogna entrare in punta di piedi, non lasciandosi trascinare dal sentito dire o dalla paura della diversità. Diversità che è normalità. Non nascondiamoci dietro una finta neutralità. Ognuno è libero di esprimere il proprio parere, ma con cognizione di causa, nel momento in cui il parere possa cambiare la vita di una persona. I principi, di cui ci facciamo promotori, non sono la medicina utile per guarire, ma sono la linfa per il riconoscimento della dignità. Parlare di teoria gender – rimarca la presidente Crpo - non è corretto. Non è una teoria. La definizione di teoria parla di una formulazione logicamente coerente di un insieme di definizioni, principi e leggi generali che consente di descrivere e spiegare aspetti della realtà naturale e sociale. E’ una teoria quella dell’evoluzione, con prove scientifiche dei vari passaggi, ci sono teorie matematiche supportate da calcoli e formule”.<br /><br />“La cosiddetta teoria del gender – specifica Angela Blasi – è piuttosto un insieme di affermazioni, una ideologia più che una teoria che vuole identificare analisi e ricerche sul genere fatte negli ultimi decenni per combatterle e andare contro le riforme che portino a eliminare le disparità legate all’orientamento sessuale. Altro sono, invece, gli studi di genere che si occupano, con un approccio interdisciplinare, dei significati culturali e sociali della sessualità e dell’identità di genere. Sono nati in Nord America negli anni Settanta, prima nel mondo femminista, poi diventati anche gay, lesbian e queer studies. Si confondono gli studi di genere e la cosiddetta teoria del genere. Parlare di rete RE.A.DY. non vuol dire parlare di quote arcobaleno, ma di una Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere, che ha come obiettivo quello di mettere in sinergia l’azione delle Pubbliche amministrazioni per promuovere sul piano locale politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone lgbt, contribuendo a migliorarne la qualità della vita e creando un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi”.<br /><br />“Il nostro impegno nel ribadire l'importanza del riconoscimento di principi quali la parità di genere, il valore della differenza, all'interno dello Statuto, nasce anche dalla necessità di non incappare più in situazioni di incomprensioni e di scontri. Nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – ricorda la presidente Crpo – ci sono ben 30 articoli, destinati ad ogni individuo. I diritti umani si basano sul principio del rispetto nei confronti dell’individuo. La loro premessa fondamentale è che ogni persona è un essere morale e razionale che merita di essere trattato con dignità. Sono chiamati diritti umani perché sono universali. Ogni articolo è utile ed indispensabile. Oggi basterebbe riconoscere ed attuare il primo articolo: ‘Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza’. Einstein – conclude Angela Blasi – spiazzò tutti nel momento in cui dichiarò di appartenere alla ‘razza umana’, noi proviamo a spiazzare tutti rimanendo umani”.<br /><br /><br />