Beni culturali, dichiarazione di Autilio (Idv)

Secondo il consigliere regionale “sono positive l’approvazione del Piano annuale delle Attività educative e culturali e la proroga del Piano triennale, ma occorre riprendere un disegno di legge presentato durante la scorsa legislatura”

“Il Piano annuale 2010 delle Attività educative e culturali e la proroga del Piano triennale 2006-2008 per il 2009-2010 consentono alla Regione di proseguire le azioni di tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio ‘materiale’ ed ‘immateriale’ a valenza culturale e ad associazioni ed organismi di ottenere contributi, sia pure in ritardo, per attività già svolte nello scorso anno”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Antonio Autilio (IdV) che ha presentato un emendamento, approvato in Consiglio, che prevede "l’inserimento, fra i soggetti che realizzano iniziative di interesse nazionale, del Liceo Scientifico di Melfi, organizzatore del Mediashow e del Lams (Laboratorio arte, musica e spettacolo di Matera), inizialmente esclusi".

Nel ricordare che sul finire della precedente legislatura regionale la giunta, di cui era assessore alla Formazione-Lavoro-Cultura, ha approvato un disegno di legge prevedendo “Norme in materia di beni, attività culturali e spettacolo”, Autilio ribadisce la “necessità di riprendere il disegno di legge che è stato il risultato di un lungo iter di consultazioni e confronti e di rilanciare i collegamenti con il mondo della cultura, dell'associazionismo, dello spettacolo, della scuola. Ricordo – aggiunge- che noi abbiamo impiegato più di un anno a fare queste interlocuzioni. Ma intanto, fra pochi mesi, bisognerà approvare, se vogliamo essere tempestivi, il piano annuale relativamente al 2011, e difficilmente potremo disporre già della nuova legge sulle attività culturali. Di qui l'invito all’Assessore Mastrosimone a mostrare particolare attenzione a questa fase delle politiche culturali regionali e a lavorare comunque ad un piano triennale, perché il piano triennale potrebbe garantire di poter regolare le norme in materia culturale, in attesa che arrivi la nuova legge”.

“Il punto di riferimento – continua Autilio – è di concentrare energie, mezzi e risorse su beni ed attività culturali che abbiano i caratteri della qualità, rilevanza e stabilità. Nell’azione regionale di promozione e di sostegno – precisa – dobbiamo privilegiare interventi di tutela, valorizzazione e fruizione che siano ‘strutturanti’ e non effimeri. Di qui la scelta, che ci attende, da un lato, di specifiche disposizioni sugli standard minimi di qualità e quantità per il patrimonio materiale e, dall’altro, di appositi registri regionali per gli operatori dell’offerta culturale. Altra esigenza è quella di canalizzare tutte le risorse finanziarie a destinazione culturale, a qualsiasi titolo, rivenienti nel bilancio regionale in un unico ed unitario sistema di gestione ed impiego non solo per evitare dispersioni e frammentazioni ma soprattutto assicurare loro reale ed effettivo aggancio alla programmazione di settore nel suo complesso”.

“L’impostazione unitaria ed organica – sottolinea Autilio – implica uno specifico modello di governance delle relative politiche pubbliche regionali in termini sia di messa a sistema degli operatori pubblici e privati che di strumenti e procedure programmatiche da attivare. Il modello di governance deve pertanto ispirarsi alla leale collaborazione e cooperazione tra enti ed istituzioni; alla sussidiarietà non solo di tipo ‘verticale’ tra Regione, Province, Comunità Locali e Comuni ma anche di natura ‘orizzontale’, valorizzando l’apporto dei privati; alla programmazione pluriennale delle politiche regionali articolata per i diversi ambiti tematici di intervento; alla previsione di strumenti finanziari di intervento appropriati alle diverse tipologie di politiche pubbliche regionali”.

“Pensiamo infine – conclude – che strumenti importanti possano essere la costituzione di un Osservatorio della Cultura e dello Spettacolo, l’adozione di Piani integrati regionali della cultura a proiezione triennale, la definizione di accordi di programmazione e cooperazione oltre che di progetti integrati intersettoriali e territoriali, l’istituzione nel bilancio regionale di un’apposita unità previsionale di base per il Piano Integrato Regionale della Cultura cui legare la previsione di un Fondo unico regionale per lo Spettacolo”.

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