(ANSA) – Matera – Pitture policrome di diverse e poche, che raffigurano Cristo, San Pietro, San Martino, protettore dei cantinieri e delle vendemmie, uno splendido sole dipinto sotto la volta che ricorda quello della la Cripta del Sole, a contrada La Vaglia, motivi floreali del tutto simili a quelli della ''Cripta del Peccato originale'', nota come la ''Cappella Sistina del rupestre''', raffigurazioni di animali ed elementi architettonici di ambienti religiosi scolpiti e abitati da una antica comunita' conventuale: sono i segni distintivi,ma intaccati dal tempo, di un nuovo complesso ''inedito'' e ancora senza nome che a Matera amplia un patrimonio di oltre 140 chiese rupestri e di altri siti come asceteri e cenobi diffusi sul territorio. Il complesso, ubicato nell'area del ''Casalnuovo'', a ridosso del Sasso Caveoso, si compone di vari e spaziosi ambienti, destinati negli anni a cantine e a diversi usi, che si aprono su uno spiazzo delimitato da un orto e su un versante che porta i resti di una scaletta in tufo (oggi crollata) che doveva condurre agli ambienti e al masso roccioso che sovrasta l'area. La riscoperta e la valorizzazione del complesso rupestre si deve al proprietario, Francesco Festa, che ha restituito il sito alla fruibilita' di appassionati e visitatori riallestendo una parte degli spazi con attrezzi e arredi delle case contadine dei Sassi e di tutto quanto contrassegnava tra palmenti e cantine l'arte della vinificazione. Proprio questo aspetto ha destato l'interesse di due appassionati ricercatori di storia locale, Giuseppe Gambetta e Ciccio Loschiavo, con un lavoro sugli antichi palmenti e la cultura del vino nel territorio materano, pubblicato dal parco della Murgia materana. Festa, che auspica un maggior interessamento di quanti sovrintendono al decoro e alla fruizione dei Sassi, e' impegnato in un lavoro di ricerca con l'apporto di esperti per approfondire la storia del complesso rupestre.
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