Benedetto: Pittella-Luongo come Ceausescu e la moglie Elena

Il capogruppo regionale di Centro democratico parla di “pace armata” tra Presidente della Giunta e Segretario regionale del Pd e della mancata attenzione verso i preoccupanti dati del nuovo rapporto Svimez sulla Basilicata

&ldquo;Pittella e Luongo &ndash; dice Benedetto – con la &lsquo;pace armata&rsquo; dichiarata, come riferiscono oggi i giornali, mi richiamano alla mente Ceausescu, con l&rsquo;immancabile moglie Elena al fianco, chiusi nel loro Palazzo mentre fuori la rivoluzione democratica, quella rumena autenticamente popolare,&nbsp; segnava la loro fine, la fine del regime, e loro erano gli unici a non accorgersene. Pittella, nei proclami sui social, al modico costo di denaro pubblico di 207mila euro, da giorni annuncia che dal nuovo rapporto Svimez la Basilicata sarebbe uscita con il riconoscimento di &lsquo;traino delle regioni del Sud&rsquo; e che avrebbe dovuto gridare ai sette venti la sua soddisfazione. Tutto ci&ograve;, come sempre &egrave; successo, &egrave; falso. Non so di quali dati disponesse (anche Ceausescu aveva sempre dai suoi fidi collaboratori dati entusiastici), ma quelli ufficiali di oggi sono un disastro&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La Svimez, oggi &ndash; rileva Benedetto – certifica che nel deludente +0,1 per cento di crescita del Pil del Sud nel 2014, la Basilicata segna ancora un dato negativo dello 0,7 per cento in meno rispetto al 2013 che si somma agli altri dati meno degli anni precedenti. Gli unici dati con il segno pi&ugrave; si riferiscono all&rsquo;export che in un anno cresce di quasi il 10 per cento ma, come sanno anche gli studenti degli Istituti Commerciali per Ragionieri, &egrave; solo ed esclusivamente dovuto alla produzione e alla conseguente esportazione delle auto dello stabilimento di Melfi, alle percentuali di occupati (pi&ugrave; 1,5 per cento) che &egrave; dovuta alla forte decontribuzione per i nuovi assunti (tra l&rsquo;altro in buona parte con tratti a termine) e al dato dei disoccupati che scende di poco meno di 2 punti percentuali, senza tener conto che i giovani lucani sempre pi&ugrave; sfiduciati disertano i Centri per l&rsquo;Impiego e non si iscrivono alle liste di disoccupazione, al punto che sono quantificati in 44.800 i giovani che non studiano e n&eacute; cercano un lavoro e nel 33 per cento i laureati che emigrano. La cartina al tornasole del malessere &egrave; rappresentata dal 25,5 per cento delle famiglie povere sul totale, dal 61,7 per cento dei lucani che percepiscono al massimo il 40 per cento del reddito medio regionale e dal 34,8 per cento di lucani che percepiscono al massimo il 20 per cento del reddito medio regionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tutto ci&ograve; &ndash; sottolinea Benedetto – mentre nel Palazzo continua l&rsquo;attenzione sulle postazioni di potere senza accorgersi che, come tutti sanno, il partito del presidente non &egrave; pi&ugrave; capace di governare. Come si pu&ograve; non accorgersi infatti che il loro leader maximo Renzi sta annullando la Basilicata? Tra i giornali in lettura quotidiana pu&ograve; mai mancare l&rsquo;Unit&agrave; che &lsquo;spara&rsquo; la notizia in prima pagina? Sono consapevoli i dirigenti del Pd di cosa sta accadendo o sono cos&igrave; ciechi da non accorgersene? Eppure ogni sforzo &egrave; teso alla nuova Giunta che, dicono i giornali, secondo il patto Pittella – Luongo, nascer&agrave; tra poco pi&ugrave; di due mesi. Ancora sessanta giorni sprecati rispetto all&rsquo;urgenza di affrontare tutti i problemi esistenti. I lucani non reagiscono pi&ugrave; perch&eacute; non hanno pi&ugrave; fiducia nella politica e non sanno pi&ugrave; in chi credere&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Si faccia tesoro della &lsquo;lezione Svimez&rsquo; &ndash; conclude Benedetto – che sostiene la necessit&agrave; di concentrarsi su &lsquo;una positiva, forte e necessaria discontinuit&agrave;&rsquo; e fa riferimento a quella straordinaria esperienza degli anni &rsquo;50-&rsquo;70, che seppe modificare la struttura sociale ed economica del Paese grazie alla capacit&agrave; di quella classe dirigente&rdquo;.<br /><br />

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