Il capogruppo dell’Idv in Consiglio regionale il rapporto di Unioncamere “deve stimolarci a mettere in campo azioni e misure mirate per l’imprenditoria femminile”
“Nonostante il tasso di femminilizzazione delle imprese in Basilicata continui a mantenersi alto, in pratica quasi un’impresa su tre iscritte alle Cciaa di Potenza e di Matera è guidata da una donna, la crisi si fa risentire in maniera più marcata tra le imprese femminile lucane rispetto al resto del Paese”. E’ quanto sostiene il presidente del gruppo Idv in Consiglio regionale Nicola Benedetto commentando i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile di Unioncamere aggiornati al secondo trimestre 2011. Secondo i dati tra il 30 giugno 2010 e il 30 giugno 2011 si registra un decremento dell’1,5% di imprese femminili (pari a 261 unità) a differenza di una tendenza nazionale che, sia pure di poco, è positiva. In totale le aziende in rosa nella nostra regione sono 17.166 (11.404 in provincia di Potenza e 5.762 in quella di Matera) su un totale di aziende che sfiora le 62 mila unità, con un’incidenza del 27,7%.
“Il rapporto di Unioncamere – sottolinea Benedetto – deve stimolarci a mettere in campo azioni e misure mirate per l’imprenditoria femminile già esistente e per favorire la nascita di nuova imprenditoria, partendo dalla lettura della situazione: ancora una volta, ad attrarre maggiormente l'universo femminile sono settori tradizionali come quello dei servizi e ristorazione e del commercio, oltre a piccole attività artigiane. La novità significativa – rileva il presidente del gruppo Idv – è rappresentata dal significativo incremento delle società di capitale che in un anno sono cresciute del 7,7% e dei Consorzi in aumento del 9%. Questo conferma il salto di qualità imprenditoriale tra le donne.
“Non va sottovalutato – evidenzia Benedetto – che il 90% di imprese rosa è costituito da ditte individuali che, se da una parte, sono una caratteristica specifica in tutto il Mezzogiorno, rappresentano comunque il punto più debole di fronte alla crisi internazionale dei mercati e al conseguente calo di consumi. Per questa ragione, il microcredito è lo strumento fondamentale per scongiurare la chiusura specie dei piccoli esercizi, non a caso quelle maggiormente sottoposte alla più accentuata mortalità, insieme a servizi di assistenza tecnica, di adeguamento funzionale e in alcuni comparti di riconversione dell’attività produttiva. Nel lavoro di riscrittura dello Statuto – è la proposta del presidente del gruppo Idv – accanto alla Commissione Pari Opportunità potremmo prevedere la costituzione di una Consulta dell’imprenditoria femminile che sia uno strumento di raccordo istituzionale con i Comitati già esistenti presso le due Camere di Commercio e con le organizzazioni professionali di categoria”.