Per il capogruppo regionale di Italia dei valori “sulla determinazione delle royalties rispetto al giro d’affari generato dall’estrazione petrolifera in Libia non possiamo continuare ad accontentarci delle elemosine”
“Il Memorandum che l’amministratore delegato Eni, Paolo Scaroni, ha firmato con il Consiglio Nazionale di Transizione della Libia dimostra che quando l’Eni vuole è capace di azioni straordinarie in tempi velocissimi. Ben altro è, invece, l’atteggiamento della società petrolifera rispetto ai problemi del petrolio e del gas lucani come quello del Governo che pure ha firmato un Memorandum con la Regione Basilicata sicuramente meno impegnativo ed oneroso del documento sottoscritto con le autorità libiche per la cooperazione e l’aiuto nella ricostruzione del Paese”. A sostenerlo è il capogruppo di IdV in Consiglio regionale, Nicola Benedetto.
“Noi non abbiamo i complessi problemi di riattivazione di impianti e della loro messa in sicurezza e con la situazione in Libia abbiamo in comune solo i prezzi dei carburanti alla pompa giunti alle stelle. Pertanto – continua Benedetto – sarebbe sufficiente un impegno minimo dell’amministratore delegato e dei funzionari-tecnici del ‘cane a sei zampe’ per attivare i programmi che sono custoditi nei cassetti a partire dalla realizzazione del Distretto Energetico Val d’Agri per favorire nuovi investimenti industriali e nuovi posti di lavoro. Se, infatti, intorno alla filiera del petrolio in Libia è possibile realizzare una rete di imprese italiane che si occupano di tutti gli aspetti (oltre che dell’indotto), non comprendiamo quali siano gli ostacoli che lo impediscano da noi, come pure è previsto nel Memorandum d’Intesa sottoscritto. L’assurdo, almeno per noi, è che le imprese italiane con le commesse dell’Eni lavorino in Libia a ricreare le condizioni per una celere e completa ripresa delle attività e a porre in essere quanto necessario per il riavvio del gasdotto Greenstream, che trasporta gas in Italia, e non in Val d’Agri. E anche sulla determinazione delle royalties – afferma il capogruppo di IdV – rispetto al giro d’affari generato dall’estrazione petrolifera in Libia non possiamo continuare ad accontentarci delle elemosine”.