Benedetto: adesso si approvi la riforma elettorale regionale

Per il vice presidente del Consiglio regionale “si devono individuare meccanismi-sistemi elettorali capaci di promuovere la rappresentatività territoriale all’interno di una regione che vive ancora di accentuati campanilismi e provincialismi

&ldquo;La proposta di legge statutaria per ridurre da sei a quattro gli assessori regionali a partire dalla prossima legislatura completa il disegno organico e complessivo, gi&agrave; definito dal Consiglio regionale, di riduzione dei costi della politica e del numero di consiglieri nella prossima legislatura. Per la seconda parte di questa legislatura, invece, in attuazione dello statuto in vigore, la Giunta non pu&ograve; che essere formata da sei assessori e, in coerenza con gli atti di spending review in politica, approvati negli ultimi mesi, composta da consiglieri e non da esterni&rdquo;. E&rsquo; quanto sostiene il vice presidente del Consiglio regionale Nicola Benedetto per il quale &ldquo;se l&rsquo;&rsquo;iter di approvazione del nuovo Statuto &egrave; finalmente alle battute conclusive, per il recupero della fiducia dei cittadini nella politica e nell&rsquo;istituzione regionale ci&ograve; non basta. Dopo l&rsquo;abolizione del listino dei &lsquo;nominati&rsquo;, vale a dire di quei candidati-eletti scelti direttamente dalle segreterie di partito, n&eacute; pi&ugrave; n&eacute; meno come i parlamentari eletti con il &lsquo;Porcellum&rsquo; anche in queste elezioni politiche, &egrave; necessario accelerare, contestualmente, la riforma elettorale, procedendo il pi&ugrave; rapidamente possibile&rdquo;.<br />Nel riferire di aver ottenuto l&rsquo;impegno del Presidente Vincenzo Santochirico e la condivisione di tutti gli altri componenti dell&rsquo;Ufficio di Presidenza a sostenere la sua sollecitazione, Benedetto aggiunge che &ldquo;si devono individuare meccanismi-sistemi elettorali capaci di promuovere la rappresentativit&agrave; territoriale all&rsquo;interno di una regione che vive ancora di accentuati campanilismi e provincialismi e che, di fatto, taglia fuori dalla possibilit&agrave; di essere eletto in Consiglio regionale chiunque non vivi o lavori in uno dei centri pi&ugrave; popolosi della regione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Credo sia inutile attardarsi in ulteriori valutazioni sul crescente malessere di cittadini singoli o organizzati e sulla domanda di trasparenza, riduzione di spese della politica (che necessitano di ulteriori passaggi), eliminazione degli sprechi, strumenti e misure di buona amministrazione che &egrave; l&rsquo;esatto contrario della malapolitica. Per questo, prima di tutto, &egrave; necessaria una svolta di cultura politica. In sintesi: &egrave; necessario &ndash; continua Benedetto – promuovere un modello di partecipazione e cittadinanza attiva che vigila sul territorio e smuove le coscienze civiche, indicando alle istituzioni strade alternative di comportamenti virtuosi e di sviluppo&rdquo;.<br />Secondo il vice presidente del Consiglio regionale &ldquo;i principi di tutela della persona, di solidariet&agrave; e cooperazione, democrazia, sostenibilit&agrave;, trasparenza, contenuti nella proposta di nuova Carta Statutaria per diventare strumenti di crescita civile hanno bisogno di garantire la piena rappresentativit&agrave; delle comunit&agrave; locali. Serve una sorta di &lsquo;bagno d&rsquo;umilt&agrave;&rsquo; delle istituzioni e della classe dirigente, perch&eacute; la politica in s&eacute; non solo &egrave; buona ma indispensabile garanzia di democrazia, anche e soprattutto nelle sue espressioni di partito, che rendono concreta l&rsquo;azione al servizio di un&rsquo;idea. Sbagliato, invece, &egrave; il modo con cui in troppi l&rsquo;hanno interpretata fino ad oggi&rdquo;.<br />&ldquo;La questione di fondo &egrave; dunque &ndash; conclude Benedetto &ndash; come fare in modo che la politica possa tornare ad essere un momento di partecipazione collettiva nella ricerca di soluzioni e nella messa a punto di decisioni di governo, e se sia possibile puntare ad uno sviluppo del sistema democratico che si basi sull&#39;espansione delle forme e dei canali di collaborazione dei cittadini. Occorre immaginare un diverso assetto dei poteri e della societ&agrave; che non risponda ad improbabili modelli, ma che sia coerente con la ricerca dell&#39;interesse generale e con i valori indicati nella Costituzione che, tuttora, rappresenta l&#39;elemento unificante ed ispiratore nel quale i cittadini si riconoscono. In sintesi: &egrave; necessario promuovere un modello di partecipazione e cittadinanza attiva che vigila sul territorio e smuove le coscienze civiche, indicando alle istituzioni strade alternative di sviluppo&rdquo;.<br />&nbsp;&nbsp;

    Condividi l'articolo su: