Autilio: respingere pressing lobby petrolifere

Il consigliere regionale, nel denunciare la strategia annunciata dalle compagnie petrolifere, sottolinea l’ulteriore pericolo costituito dalla ricerca e dall’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo lucano e anche a largo della costa jonico-metapontina

&ldquo;In attesa dell&rsquo;incontro dei sindaci della Val d&rsquo;Agri in programma venerd&igrave; prossimo e, dunque, della posizione che assumeranno gli amministratori locali del comprensorio petrolifero, il pressing delle lobby petrolifere intorno alle nostre risorse energetiche si fa sempre pi&ugrave; forte&rdquo;. Lo sostiene il consigliere regionale dell&rsquo;Idv, Antonio Autilio.<br /><br />&ldquo;Dopo le dichiarazioni del presidente di &lsquo;Nomisma Energia&rsquo;, Davide Tabarelli, il discorso a Rimini, in occasione del Meeeting di Cl, del presidente dell&rsquo;Eni, Giuseppe Recchi, &ndash; aggiunge &ndash; non ammette interpretazioni. Per i petrolieri non si deve perdere altro tempo perch&eacute; in Basilicata &egrave; possibile raddoppiare la produzione di petrolio, con oltre 2 miliardi di euro in royalties aggiuntive, ai quali aggiungere 10 miliardi di risparmio per acquisti ed importazioni. E se non fosse ancora chiaro, il presidente Eni agita lo spauracchio di congelare oltre 15 miliardi di investimenti e con essi migliaia di posti di lavoro. La strategia indicata non &egrave; nuova: disco verde alla ricerca e all&rsquo;estrazione di idrocarburi, non solo nel sottosuolo lucano, ma anche a largo della costa jonico-metapontina. E Recchi fa persino il ricorso all&rsquo;esempio dell&rsquo;Inghilterra dove &lsquo;Cameron ha autorizzato l&#39;estrazione di shale gas (in mare) con l&#39;appoggio della chiesa anglicana&rsquo;&rdquo;.<br /><br />Per Autilio &ldquo;si impone la massima attenzione per quanto sta accadendo e, soprattutto, sulla posizione che il Governo Letta potrebbe assumere, cedendo al pressing pur di incassare qualche miliardo di euro direttamente dal fisco, attraverso un&rsquo;azione intelligente che oltre alla &lsquo;difesa&rsquo; degli interessi del nostro territorio si muova all&rsquo; &lsquo;attacco&rsquo; nell&rsquo;impiego delle royalties gi&agrave; maturate o che matureranno nei prossimi anni&rdquo;.<br /><br />Il consigliere, in proposito, ricorda che &ldquo;in coerenza e in continuit&agrave; con l&rsquo;impegno di otto anni di attivit&agrave; consiliare, da sempre finalizzato all&rsquo;utilizzo delle royalties del petrolio, come &egrave; accaduto nell&rsquo;attuale legislatura, in occasione di ogni manovra finanziaria, sia di bilancio annuale che di assestamento, anche per la proposta di assestamento del bilancio 2013, ha sollevato una questione semplice e, al tempo stesso, significativa: utilizzare le risorse delle royalties per interventi di spesa corrente e, quindi, per far fronte ad esigenze, senz&rsquo;altro rilevanti, di natura assistenziale, che riguardano molte famiglie della nostra regione, non pu&ograve; mettere in secondo piano quella che &egrave; la natura della legge 40/95 e dei suoi obiettivi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;C&#39;&egrave; un passaggio importante, che &egrave; avvenuto circa un anno e mezzo fa nell&#39;approvazione del bilancio del 2011, quando per evitare che tutte le risorse delle royalties potessero essere utilizzate in modo diverso da quello che stabilisce la legge regionale n.40 del &#39;95, riuscimmo a concordare di creare il cosiddetto &lsquo;tesoretto&rsquo;, vale a dire a mettere in salvaguardia un fondo di almeno 20-30 milioni che non fossero &lsquo;distratti&rsquo;, o se si preferisce altro termine, dirottati per altri scopi. Ci siamo riusciti, tant&#39;&egrave; &ndash; continua Autilio – che quelle somme sono state accantonate. E sulla base di quelle risorse economiche si &egrave; proceduto anche ad attivare nuovi percorsi. Riscontro, per&ograve;, che probabilmente c&#39;&egrave; poco interesse da parte del Governo regionale a portare avanti l&rsquo;impegno per questo tipo di intervento&rdquo;.<br /><br />Infine Autilio rinnova l&rsquo;impegno a &ldquo;battersi perch&eacute; non sia il Ministero dello Sviluppo Economico a gestire direttamente e centralisticamente i 2 miliardi di euro (anche se tutti ancora da verificare) derivanti dall&rsquo;art. 16 del decreto liberalizzazioni&rdquo;.<br /><br /><br />&nbsp;&nbsp;

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