Aula consiliare intitolata ad Angelo Raffaele Dinardo

L’esponente politico, scomparso due anni fa, fu presidente della Regione dal 1995 al 2000. Gli interventi di Mollica, Morea, Lacorazza, Pace, Santarsiero, Napoli e della figlia Filomena Dinardo

&ldquo;Prima ancora che maestro elementare, direttore didattico, ispettore, sindacalista, politico, Angelo Raffaele Dinardo &egrave; stato un grande uomo che ha vissuto con coraggio e coerenza le proprie idee e a cui la lode pi&ugrave; grande che si possa fare era il suo saper ascoltare. L&rsquo;intitolazione della sala del Consiglio regionale a Raffaele rappresenta il doveroso riconoscimento che tributiamo ad uomo combattivo che, nel corso del suo impegno politico, amministrativo e culturale, ha lasciato una forte e originale impronta sui sentimenti di lealt&agrave; e riscatto sociale dell&rsquo;intera Basilicata&rdquo;. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica, nella cerimonia di intitolazione dell&rsquo;Aula consiliare alla memoria di Angelo Raffaele Dinardo, presidente della Regione Basilicata dal 1995 al 2000, scomparso il 26 febbraio 2015.<br /><br />&ldquo;Oggi &egrave; anche l&rsquo;occasione per fare nostre le sue parole &ndash; ha aggiunto Mollica – quando riteneva che fosse &lsquo;faticoso coniugare la ricerca politica con scelte etiche che assumano l&rsquo;uomo – persona come misura di valore per il cambiamento&rsquo;. In eredit&agrave; ci ha lasciato un grande messaggio: insegnare ad essere cittadini consapevoli dei propri diritti, ma anche dei propri doveri. Il suo ricordo non pu&ograve; che trovare fondamento a partire da questa sala. Va ricordato e soprattutto indicato quale esempio positivo di buona politica alle nuove generazioni che hanno bisogno, soprattutto oggi, di punti di riferimento certi, eticamente impeccabili e solidali. Facciamo nostra la sua capacit&agrave; di interpretare la politica come &ldquo;servizio&rdquo; e ci&ograve; deve rappresentare la sua eredit&agrave; pi&ugrave; preziosa&rdquo;.<br /><br />Subito dopo &egrave; intervenuto il sindaco di Irsina (citt&agrave; dove Dinardo era nato), Nicola Massimo Morea, per il quale l&lsquo;intitolazione dell&rsquo;Aula del Consiglio regionale ad Angelo Raffaele Dinardo &ldquo;&egrave; una decisione che inorgoglisce la comunit&agrave; per una figura importante, di forte attualit&agrave;, che Irsina riconoscer&agrave; a breve con l&rsquo;intitolazione di un plesso scolastico&rdquo;.<br /><br />Poi sono intervenuti alcuni consiglieri regionali. Piero Lacorazza (Pd) ha parlato di &ldquo;una bella scelta. Per chi l&rsquo;ha conosciuto, Dinardo ha rappresentato un architrave della storia politica della Regione, gestendo con Boccia, Molinari, Luongo e Bubbico e tanti altri il passaggio politico delicato fra la prima e la seconda repubblica e riuscendo a costruire una prospettiva. Nella sua attivit&agrave; di governo Dinardo ha dato sempre esempio di equilibrio e di stile, erano gli anni delle riforme, attraverso gli accordi raggiunti per la prima volta su acqua e petrolio la Basilicata espresse l&rsquo;autorevolezza di una classe dirigente, che seppe riscattare un popolo&rdquo;.<br /><br />&ldquo;In Dinardo grandi sono stati il concetto di famiglia e la coscienza della comunit&agrave; &ndash; ha detto Aurelio Pace -. Lui parlava di integrazione e amava la poesia, &egrave; stato una vertigine in un mondo scolastico prima e politico, poi, asettico. Valori e cultura politica trovavano in lui una sintesi pressoch&eacute; perfetta nel pieno rispetto della centralit&agrave; dell&rsquo;uomo. Bisogna recuperare l&rsquo;insegnamento della sua conoscenza. Era insegnante, lo &egrave; stato nella scuole, lo &egrave; rimasto in una fase politica di traghettamento estremamente difficile che ha visto la riscoperta, anche grazie alla sua figura, di quel senso comune che ci rende popolo&rdquo;.<br /><br />Per Vito Santarsiero &ldquo;Angelo Raffaele Dinardo ha lasciato un grande segno, &egrave; stato un intellettuale raffinatissimo dal pensiero attuale e dal grandissimo spessore professionale, da quando faceva il maestro e fino ad occupare quel ruolo di ispettore tecnico con il quale ha accompagnato lo sviluppo di una scuola di qualit&agrave;. La cultura era per lui un primario fattore di sviluppo, perch&eacute; &ndash; sosteneva – incide nei percorsi di crescita di una comunit&agrave;. Ha inoltre affermato il valore dell&rsquo;ambiente, conducendo la prima trattativa sul petrolio da vero statista ed accompagnando il percorso di crescita di una nuova classe dirigente&rdquo;.<br /><br />Michele Napoli ha ricordato &ldquo;la sua estrema correttezza, il suo rigore morale. Dinardo &ndash; ha aggiunto &ndash; &egrave; stato un uomo che ha saputo guidare la Basilicata in un momento molto delicato, mentre la Regione si apprestava a compiere scelte cruciali per il suo futuro. Fu scelto quale presidente della Giunta regionale perch&eacute; uomo della societ&agrave; civile capace di riabilitare la politica agli occhi della comunit&agrave;, dei cittadini lucani. Ebbe una grande capacit&agrave; di farsi ascoltare, fin da quando era il maestro dei poveri pronto a chinarsi su chi aveva bisogno del suo aiuto per trovare un ruolo. Un uomo che&nbsp;ha dato tanto alla politica e&nbsp;di lui ricorderemo sempre la coerenza politica e culturale e gli saremo grati per essere stato prezioso riferimento istituzionale ed umano&rdquo;.<br /><br />Dopo l&rsquo;intervento conclusivo del presidente della Regione Marcello Pittella (vedi notizia dal titolo &ldquo;Intitolazione aula consiliare, Pittella ricorda Dinardo&rdquo;, pubblicata alle 11,51) &egrave; intervenuta brevemente Filomena Dinardo, figlia del compianto ex presidente, che a nome della famiglia ha ringraziato il Consiglio regionale &ldquo;per queste forti bellissime emozioni, i vostri ricordi ci hanno permesso di rivivere emozioni e di allargare il bagaglio di conoscenze. Sono trascorsi due anni dalla sua scomparsa &ndash; ha aggiunto -, e molte persone continuano in tanti modi a manifestare stima nei suoi confronti, a testimonianza di sentimenti autentici&rdquo;. Ha inoltre ricordato &ldquo;il profondo segno culturale ed umano che ci ha lasciato, vivendo sempre la sua missione pubblica con la massima fedelt&agrave;&rdquo;.&nbsp;

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