Si apre sabato 15 ottobre a Melfi, presso il Centro culturale Nitti, per iniziativa della Associazione “Francesco Saverio Nitti” (sodalizio tra persone, membro fondatore della Fondazione Francesco Saverio Nitti costituita insieme alle istituzioni nazionali e territoriali), il ciclo di eventi culturali e civili dedicato al Centocinquantenario dell’unità d’Italia dal titolo “A cosa serve l’unità?”. L'evento ha il patrocinio della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza, del Comune di Melfi e del Distretto Scolastico di Potenza. Prevede quattro giornate in svolgimento fino al mese dicembre. Con il seguente calendario:
• 15 ottobre Inaugurazione della mostra su “Il Risorgimento lucano” a cura del Centro studi storico-militari “G. Salinardi” di Potenza e della mostra filatelica su “L’unità d’Italia” curata da Gerardo De Luca.
• 15 ottobre “Il movimento risorgimentale in Basilicata”. Conferenza del Prof. Giampaolo D’Andrea, Università degli Studi della Basilicata.
• 5 novembre “Trappole del sottosviluppo e capitale sociale:tre fasi della storia del sud”. Conferenza del Prof. Fabrizio Barca (Dirigente Generale Ministero Economia e Finanze).
• 12 novembre “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento” Presentazione del libro di Lucio Villari. Ne discute con l’autore il Prof. Luigi Mascilli Migliorini (Università L’Orientale di Napoli).
• dicembre In occasione del libro “Stefano Rolando, 400 domande a Giuliano Piasapia-Due arcobaleni nel cielo di Milano” (Bompiani).
Intervengono:Giuseppe Galasso, Stefano Rolando, Sergio Chiamparino, Livio Valvano.
Gli incontri si terranno alle ore 17,30. Agli studenti delle classe III – IV e V degli istituti medi superiori che presenzieranno agli eventi saranno riconosciuti crediti formativi dal Distretto Scolastico di Potenza.
Nel presentare l’iniziativa il Presidente dell’Associazione “Francesco Saverio Nitti” Patrizia Nitti ha dichiarato: “Portiamo il nostro contributo ad un dibattito nazionale sulle radici dell’Italia moderna e contemporanea, ritenendo di doverlo fare nel solco di una tradizione critica, cercando di leggere luci e ombre, avendo a cuore il rapporto tra le Italie e attivando il contributo di intellettuali e studiosi che consideriamo senza retorica. L’Europa si aspetta questa Italia: più severa con se stessa, più capace di valorizzare i suoi patrimoni, più capace di raccontare la sua storia collettiva”.
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