Associazione Lavoro e Diritti: ricostruire la sinistra

Il Pd non è un partito di Sinistra, afferma il portavoce dell'Associazione, Roberto Rizzi

“Dalla nascita del Pd, ma già precedentemente alla vigilia di questo processo, la sinistra si sta interrogando sulla sua crisi per costruire un soggetto di sinistra capace di contrastare la fine delle democrazie delle classi medie, che si concretizza nei fatti, oggi, in una svalutazione del lavoro, dei diritti, del welfare. Ma la sinistra italiana, o per meglio dire, chi oggi insiste nell’indossare la “coccarda rossa” si è persa in questi anni in discussioni autoreferenziali piuttosto che cimentarsi con i profondi cambiamenti intervenuti evidenziando un’assenza di progetto politico- programmatico capace di mettere al centro l’uomo, il lavoro, l’ambiente, i diritti, il futuro”. Così in una nota diffusa dall’Associazione lavoro e Diritti. 
“Non si può definire il Pd un partito di sinistra. Nel partito al cui interno convivono quelle che sono state le più grandi esperienze dei partiti di massa, pensiamo alla cultura comunista e a quella cattolica, oggi registriamo un forte affievolimento dei valori della legalità, e della difesa dei diritti, infatti, appare perfino complesso  discutere di questi temi  che pure rappresentano un  valore fondativo della carta costituente del Pd, tanto da non essere ai più percepito partito di sinistra. Le torsioni neocentriste del governo Renzi sono numerose e su più campi. Pensiamo al Jobs Act: come si può sostenere che togliere diritti e protezione sociale ai lavoratori sia  di sinistra? Il mercato del lavoro è diviso tra garantiti e non garantiti, tra persone che hanno alcune tutele e un'altra area, oggi sempre più vasta, che ne ha meno o niente affatto. Un'azione di sinistra è estendere a tutti, gli stessi diritti e non toglierli in maniera generalizzata per parificare a ribasso.
Il Partito Democratico di “Renzi”, fin dal suo insediamento, ha teorizzato l’inutilità del confronto con i corpi intermedi decidendo – si legge ancora nella nota – di non confrontarsi con sindacati, associazioni di categoria e cittadini organizzati . Per ultimo, il governo in maniera testarda si è rifiutato di ascoltare le piazze contro la riforma (controriforma)  della scuola
Il resto della sinistra dov’è? Sicuramente c’è in Italia un popolo di sinistra che in gran parte non si riconosce negli attuali gruppi dirigenti più impegnati a discutere del proprio futuro e che parlano un linguaggio vecchio e pertanto incapace di ritornare ad emozionare  ed a coinvolgere i cittadini alla vita politica. Dopo il fallimento della sinistra arcobaleno, ci ha provato Nichi Vendola e l’ex sinistra Ds, con la nascita di Sinistra Ecologia Libertà a creare un presidio democratico a sinistra nel nostro paese, ma anche  quel progetto  nato con  buoni propositi e teso a rinnovare il rapporto fra partiti e cittadini riconoscendo un ruolo significativo ai movimenti  si è dimostrato non altro che un collage tra ceto politico,  incapace di “riaprire la partita” anche lanciando in campo nuovi protagonismi, sia a livello nazionale che territoriale.  Sel infatti si è chiusa in se stessa, rispetto alla necessità di costruire realmente una nuova forza politica aperta partecipata plurale tanto da determinarne la sua crisi politica.
Cosa ancor più grave è, tuttora, l’assenza programmatica di un progetto comune e condiviso. Un nuovo soggetto a sinistra del Pd, può nascere solo attraverso la costruzione di un percorso programmatico per una sinistra rappresentativa e con l’ambizione di diventare forza di governo, capace di contrastare l’arroganza di Renzi,  tutelare i lavoratori, far affermare i diritti civili e sociali  in un contesto in cui lo smantellamento dei corpi intermedi ha violentato nei fatti la nostra democrazia.
Oggi serve impegnarsi per la ricostruzione della sinistra, consapevoli che con l’ assenza di una politica vera e  partecipata non c’è nulla da ricostruire.  È necessario avviare una nuova fase costituente che metta al centro le ragioni della sinistra, superando i personalismi,  i troppi distinguo, le gelosie e le rivalità personali che scoraggiano tanti cittadini dal partecipare a questo processo.  Necessita avviare una discussione vera,  nuova, avendo consapevolezza degli errori del passato ed agire di conseguenza, partendo dall’individuazione di nuovi protagonisti e nuovi protagonismi.
Lavoro e Diritti, opera e lavora per  ricostruire un rapporto reale con le persone, rimettendole al centro della politica  e trovare valide soluzioni in difesa del lavoro, dei diritti, dell’ambiente, non tralasciando o sottovalutando il tema dell’immigrazione, contrastando la cultura dell’odio, della speculazione e della paura cavalcata dalle destre. La sinistra non deve ricercare la trasversalità nel consenso, ma semplicemente rappresentare le istanze del mondo del lavoro, e della tutela dei diritti dei più deboli.
L’Associazione Lavoro e Diritti segue con interesse gli sviluppi e le dinamiche relative al dibattito in corso per la ricostruzione di un sentire comune, ritenendo che in questo paese oggi più che mai ci siano gli spazi per la sinistra. Una sinistra capace di dare agibilità e rappresentanza ai valori di eguaglianza, equità e trasparenza a partire dal lavoro inteso come primo fattore che restituisce dignità alle persone, senza tralasciare ovviamente i diritti civili,  sociali ed  individuali.
Chi intende lavorare alla ricostruzione della sinistra parta da questi semplici ma significativi valori e concetti evitando la riproposizione  dell’ennesimo cartello elettorale che le esperienze passate hanno dimostrato essere fallimentari”.

bas 02

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