Assestamento, Pagliuca: manovra senza una visione organica

Il capogruppo del Pdl boccia senza mezzi termini la manovra approvata ieri, che a suo parere colpisce i deboli e lasciando inalterate le inefficienze

“Da questo assestamento abbiamo compreso che il periodo del ‘bengodi’ sta terminando anche in Basilicata ed è il motivo per cui non siamo disponibili a fare alcuno sconto a chicchessia per gestioni allegre che non mettano al centro il cittadino ed i suoi bisogni: non ci siamo mai sottratti dalle nostre responsabilità e non siamo alla ricerca di poltrone di governo come altri che dicono di voler fare l’opposizione e poi condividono le scelte della maggioranza. Anche questa maschera è giusto che cada e che si esca dall’equivoco. Se la maggioranza ha bisogno di altri e maggiori numeri per governare lo dichiari pubblicamente così che si eviti la confusione ai lucani. Il terzo polo, in Basilicata, è una finzione scenica e serve solo alla maggioranza per avere una testa di ponte nell’opposizione. Il Pdl non ci sta a questo gioco delle tre carte, è utile che si chiariscano le posizioni a tutto vantaggio del lavoro che siamo chiamati a svolgere nell’interesse dei lucani”. E’ quanto afferma in una nota il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Nicola Pagliuca.

“Nei giorni scorsi – continua l’esponente politico – una simpatica querelle con il collega Viti aveva come tema il ‘malvezzo’ del centro sinistra di interpretare la sessione di bilancio come l’occasione per apporre pezze sui tanti buchi della programmazione. Il collega Viti volle specificare che così non sarebbe stato tarpando sul nascere il mio futuro di ‘veggente’. La lunga seduta di Consiglio conclusasi solo la notte scorsa, ha smentito Viti ed i suoi buoni propositi. Nell’assestamento di bilancio hanno trovato posto materie che con il bilancio non avevano nulla a che fare”.

Per Pagliuca “la questione più importante di cui si è dovuto occupare il Consiglio è stata quella dell’emergenza rifiuti che, ove non affrontata, avrebbe consentito ai lucani di godere dello stesso spettacolo a cui ci ha abituati Napoli. Sembra assurdo che in una regione con soli 580.000 abitanti si possano correre quegli stessi rischi eppure, per detta dell’assessore Mancusi e del suo dirigente Viggiano, siamo sull’orlo di quella stessa situazione. Un sistema andato in default che può contare solo su poche discariche e su un solo inceneritore, Fenice. Un sistema che sconta l’incapacità e l’inerzia di un decennio in cui, emulando la ‘cicala’ di Esopo, si è impegnato il tempo a ‘cantare’ più che ad operare. L’opposizione, di fronte ad un quadro così allarmante, ha dovuto mettere da parte la sua storica battaglia tesa ad escludere dall’assestamento le questioni non direttamente attinenti e si è ripiegata per evitare che, un emendamento notturno, contenente deroghe al piano esistente, fosse stato il grimaldello capace di scardinare la buona pratica della programmazione. L’esito finale è stato quello di un articolo che consentirà il superamento dell’emergenza senza stravolgere il sistema di programmazione necessario per affrontare un tema delicatissimo come quello dei rifiuti. Peccato che le inefficienze del ‘pubblico’ si stiano scaricando sui cittadini attraverso un costo esorbitante della gestione dei rifiuti che trova evidenza nella Tarsu sempre più esosa: altro che politiche per la famiglia o per il sostegno al reddito”.

“I cittadini devono capire quanto è demagogico parlare di tagli – afferma ancora il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale – e quanto è pesante accettare i ticket mentre si devono subire aumenti delle tariffe derivanti dalle inefficienze del sistema. Il Pdl ha bocciato senza mezzi termini la manovra che si è mossa senza una visione organica ed a macchia di leopardo colpendo i deboli e lasciando inalterate le inefficienze. Anche la sanità, dove erano concentrati gli interventi maggiori, ha inutilmente colpito il mondo delle piccole strutture private di fisioterapia ed i laboratori di analisi. Un comparto, questo dei privati, che vale solo il 2% della spesa sanitaria regionale. Un comparto che, a fronte di un fatturato complessivo di 28 milioni di euro occupa bel 550 addetti con un rapporto tra fatturato ed addetti ineguagliabile. I tagli operati sui budget e sul valore delle prestazioni, a fronte di un risibile risparmio, mettono a rischio la sopravvivenza di molte di queste strutture, specie di quelle che operano nei territori più disagiati e distanti dai grandi centri”.

“Anche la soluzione/non soluzione per Agrobios – conclude Pagliuca – ci ha visti contrari, convinti che non c’è stata capacità da parte della Regione di inquadrare e rilanciare la mission della società. Negli ultimi tre anni ci si è occupati di Agrobios solo quando è stato necessario provvedere alla sua ricapitalizzazione, pena lo scioglimento. Non è demagogia dire che occorre salvaguardare e rilanciare in chiave futura il ruolo di quella società non invocando soluzioni raffazzonate dell’ultimo minuto, prive di qualsiasi supporto derivante dal confronto con operatori, sindacati ed imprenditori”.

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