“La ricostruzione fatta dal Presidente Pittella in Consiglio degli avvenimenti che negli ultimi anni hanno preceduto l’intesa con il Mise del 19 marzo è stata rigorosa e completa. Come positiva è la conferma di scelte importanti tra le quali l’eliminazione della card carburante e il rifiuto di concedere nuove autorizzazioni di ricerca di idrocarburi. Resta il rammarico perché ci aspettavamo dal Presidente almeno una parola di ulteriore impegno sui problemi delle comunità della Val d’Agri”. E’ il commento dell’Associazione “Bene Comune” Viggiano, in una nota a firma del presidente Vittorio Prinzi per il quale “il problema centrale non è comunque quello di come dividere al meglio il 3% delle royalties. Per noi invece è come impiegare il restante 7% delle royalties che sono la ricchezza più consistente e che sinora hanno visto arrivare in Val d’Agri poche briciole. La base di partenza è il flusso di danaro (si pensi solo all’importo complessivo incassato dalla Regione Basilicata dal 1998 al 2013 di 1.144.581.431,40 euro!) che finora non ha consentito di introdurre elementi di cambiamento, di creare posti di lavoro, di frenare l’emigrazione dei giovani e lo spopolamento dei nostri paesi”.
“A parte la delusione per il linguaggio burocratico e di semplice illustrazione dell’accordo, noi – si legge nella nota – non ci stancheremo di rivendicare un segnale in più ritenendo che tra le varie misure di impiego del fondo idrocarburi è possibile prevederne una specifica per l’emergenza che è sociale, ambientale ed occupazionale che vive la popolazione del comprensorio macrofornitore delle royalties, alle prese con una disoccupazione altissima e la fuga non solo dei giovani. Per anni – evidenzia Prinzi – abbiamo consentito, in nome dei principi di cooperazione solidale e di bene sociale, l’impiego delle royalties in settori delicatissimi per la vita dei lucani tutti, come quelli della salute, dell’assistenza agli anziani, della formazione universitaria dei nostri giovani, denunciando il disinvolto uso delle stesse royalties, senza mai rinunciare alla richiesta di una programmazione che superasse l’esperienza negativa compiuta dal PO Val d’Agri da tempo “prosciugato” di risorse economiche. Inoltre – continua la nota dell’Associazione “Bene Comune” Viggiano – per il turismo ambientale-culturale dopo tante parole sprecate sulle potenzialità di gran lunga maggiori per lo sviluppo locale rispetto al petrolio non intravvediamo alcuna novità concreta. Ci rivolgiamo ai consiglieri tutti e ai partiti perché nella prossima seduta del Consiglio sostengano la nostra posizione innanzitutto attraverso l’introduzione per il 3% di royalties di una posta finanziaria che sia pure minima che avrebbe il significato “massimo” di un riconoscimento importante perché l’opportunità del nuovo accordo non sia sprecata rispetto all’impegno di compensazione-risarcimento di tutti i fattori negativi e pesanti derivanti dall’attività petrolifera. E poi – conclude la nota – di trovare attraverso il 7% delle royalties una marcia in più per lo sviluppo, realizzando la compatibilità tra tutte le potenzialità del territorio, tendendo ad uno sviluppo integrato, con l’impiego delle risorse finanziarie derivanti dal petrolio stesso, respingendo l’attuale visione “monocolturale” incentrata esclusivamente sull’attività petrolifera, che “infiacchisce” tutte le altre attività”.
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