Il capogruppo dei Popolari uniti prende spunto dall’esperienza di brindisi di Montagna per porre una serie di interrogativi su queste attività e per chiedere l’approvazione di una sua proposta di legge
“Nido famiglia, se ne ritorna a parlare in questi giorni con enfasi attraverso le interviste e i servizi realizzati in casa dei genitori di Brindisi di Montagna che hanno aderito alla iniziativa. Viene da chiedersi: ma come mai non si riesce a capire come il Dipartimento ha avviato il progetto? Quali sono le linee guida che hanno ispirato il bando pubblico? Ma soprattutto, come può una coppia di genitori proporsi per avviare un Nido familiare?”. E’ quanto si chiede in una nota inviata oggi alla stampa il capogruppo dei Popolari uniti in Consiglio regionale, Luigi Scaglione.
“Alcune risposte – prosegue l’esponente politico – arrivano leggendo le interviste rilasciate da Emidia, laureata in Scienze dell’Educazione e da mamma Antonella che ha messo a disposizione la propria abitazione e con la nota nella quale si spiega che la formazione, durata due giorni, con l’ausilio dell’Associazione Nuova civiltà di Matera, è servita a trasmettere nozioni di carattere generale in merito all’accoglienza ed alla cura dei piccoli ospiti; ma, potrà tutto questo bastare per un’azione formativa così importante per la quale è importante legiferare in merito e non a tempo così come pare debba essere svolto questo tipo di servizio?”.
Per Scaglione “certamente le mamme di Brindisi di Montagna e a seguire nei prossimi giorni Castronuovo Sant’Andrea e Miglionico sono e saranno felici per tale attività ma è opportuno, come ci segnalano anche analoghe iniziative spontanee realizzate a Maratea ed a Matera, avvalersi di una legge regionale che possa dare nel tempo risultati più tangibili in merito e all’accoglienza ed anche in merito all’occupabilità delle tante Emidia in cerca di prima occupazione con una retribuzione adeguata al ruolo che si apprestano a svolgere. E già si formulano domande in merito ai costi di gestione da preventivare nel bilancio comunale, anche per garantire il servizio mensa che ad oggi pare non sia stato garantito dal comune di Brindisi di Montagna. Da qui la logica urgente di approvare il disegno di legge proposto nel quale si definiscono i requisiti necessari per la costituzione dell’asilo nido familiare, ivi compresa la formazione specifica della ‘Tagesmutter’ (mamma di giorno ) il ruolo delle cooperative sociali, la presenza degli Enti Locali e della Regione Basilicata”.
“Questo provvedimento legislativo regionale, qualora approvato, sarà un importante passo in avanti – conclude Scaglione – per garantire alle famiglie che hanno bambini da accudire l’attenzione necessaria e simile a quella che una madre rivolge al proprio figlio. Il nido può essere aperto in una casa di proprietà, affitto o comodato d’uso, in locali condominiali comuni o in saloni parrocchiali o comunali, attraverso la compresenza dei genitori ospitanti assistiti da personale qualificato e avrà autonomia di gestione programmatica ed economica rispetto agli asili pubblici comunali già esistenti. Ma soprattutto fare chiarezza nella confusione che si esercita tra iniziative diverse dei Dipartimenti interessati”.