Per il portavoce del M5s: “il mistero del bilancio ‘fantasma’ (preventivo 2014) si infittisce; si riferisce del mancato passaggio di consegne tra Schiassi e Iannicelli e del furto con scasso dei fascicoli riferiti alle missioni rimborsate a Schiassi”
“Dopo il ciclone Schiassi, l’ ‘Era Iannicelli’, iniziata il 3 dicembre 2015 appare restare fortemente condizionata dalle inquietanti ombre rivenienti dalla mancata approvazione nei termini di legge del Bilancio di Previsione 2014 dell’Agenzia di Protezione Ambientale della Basilicata (Arpab). E’ quanto dichiarato dal consigliere regionale del M5s, Gianni Perrino.<br /><br />“Bilancio previsionale – continua Perrino – che veniva ‘varato’ solo in data 11 maggio 2015. Attesa la funzione autorizzatoria del bilancio preventivo, tutte le spese effettuate in corso d’anno 2014 risulterebbero prive di idoneo ‘titolo giuridico’ ovvero di legittimazione, tanto in palese e clamorosa violazione della normativa di contabilità pubblica e, in particolare, del Decreto Legislativo n.118/2011. Le ombre emerse sulla vicenda ci sono apparse talmente pesanti e gravi da portare alla presentazione da parte del M5s Basilicata, il 19 agosto 2015, in piena era Schiassi, di un apposito esposto alla Corte dei Conti. Qualche mese dopo, come si legge nelle premesse della delibera di Giunta regionale n. 127 del 15 febbraio 2016, il mistero del bilancio ‘fantasma’ (preventivo 2014) si infittisce; difatti si riferisce del mancato passaggio di consegne tra Schiassi e Iannicelli e del furto con scasso dei fascicoli riferiti alle missioni rimborsate a Schiassi; sempre nella Delibera di Giunta regionale n.127/2016 – prosegue Perrino – si evidenzia come il nuovo direttore di Arpab, Iannicelli, abbia richiesto il 10 dicembre 2015, in merito alle inquietanti vicende di cui sopra, dettagli e approfondimenti al Collegio dei Revisori: ora, i revisori scoprono che vi sono pagamenti effettuati senza provvedimenti di liquidazione (ovvero, senza autorizzazione e preventiva determinazione quantitativa del pagamento) e somme erogate, addirittura, sprovviste di regolare documentazione comprovante le spese”.<br />“Il Collegio dei Revisori, dopo aver indagato – afferma il consigliere del M5s – scopre che Schiassi ha incassato poco più di 560 euro per spese di missione: la montagna ha partorito il topolino? Purtoppo pare di sì ed a causa del furto con scasso dei fascicoli riferiti alle missioni di Schiassi, missioni le cui spese sono state rimborsate in busta paga e di cui non sarebbe più possibile controllare la documentazione prodotta da Schiassi per i rimborsi”.<br /><br />“Le ombre non si limitano agli aspetti innanzi evidenziati – sostiene Perrino – ma si allungano anche su altri elementi del Rendiconto 2014; da un esame dello stesso rendiconto emergono ulteriori spese, ivi compreso l’incremento di spesa per il trasferimento da Agrobios per la gestione del personale. La voce di costo tra le più incredibili (e inaccettabili): l’Arpab ha speso, solo nel 2014, oltre 120 mila euro per difendersi dai propri dipendenti. Il costo degli esposti contenziosi – dice Perrino – è ancora più inaccettabile se si pensa a quanto ha speso l’Arpab per l’assistenza tecnica alla sua più importante attività istituzionale, poco più del doppio delle spese di contenzioso in materia di lavoro. Ma le irregolarità non si limitano a quanto sopra evidenziato, ma coinvolgono altri aspetti del bilancio preventivo e consuntivo 2014 Arpab (tra cui le anomalie evidenziate nel nostro esposto)”.<br /><br />“La Giunta – secondo Perrino – appare consapevole di tanto al punto da riportare nella Delibera in oggetto la sibillina affermazione che segue: ‘Considerato che la gestione dell’anno 2014 si è interamente conclusa talchè non può che prendersi atto delle grandezze determinatesi a consuntivo, indipendentemente dai limiti dettati dalla norma in materia’. Come a voler dire: stiamo ‘chiudendo la stalla ma i buoi sono fuggiti da un pezzo’. Ma quello che più preoccupa – rimarca Perrino – al di là degli aspetti contabili, è la totale inadeguatezza , certificata da una recente relazione della Direzione Nazionale Antimafia (pag. 859), degli Enti deputati al monitoraggio dell’ambiente e della salute pubblica. Da anni l’Arpab non esegue tutti i controlli obbligatori per legge, e questo in una regione in cui le attività industriali (dal petrolio al cemento, passando a bordo di una Fiat per l’immondizia) sarebbero da tenere sotto osservazione in maniera costante e puntuale. Ancora una volta la politica lucana – conclude Perrino – manifesta la propria impotenza lasciando alla Magistratura il compito di scoprire se c’è stato ‘abigeato’ e, in caso affermativo, chi ne è responsabile. Ma chi governa deve riuscire ad arrivare prima dei giudici, non (sempre) dopo: rimuovere le mele marce prima che facciano marcire tutto il cesto. Purtroppo in Basilicata il Governo regionale ha finora lasciato i lucani alla mercè delle mele marce”.<br />