Per il consigliere del gruppo Pld “fare governance territoriale non vuol dire solo integrare e localizzare le politiche, significa anche conoscere il territorio e mettere a disposizione le informazioni necessarie”.
“Non mi aspettavo certo grandi novità dalla conferenza stampa di inizio anno del Presidente De Filippo e tanto meno che potesse prevalere un atteggiamento di maggiore convincimento delle numerose e complesse difficoltà che vive la Regione. Ma continuare ad insistere sul tasto del nuovo modello di governance esaltando le Aree Programma francamente è perseverare su valutazioni politiche che non hanno alcun fondamento pratico di sviluppo locale”.
E’ il commento del consigliere regionale Franco Mattia (Pdl) per il quale “fare governance territoriale non vuol dire solo integrare e localizzare le politiche, significa anche conoscere il territorio e mettere a disposizione di tutti i soggetti che vi operano le informazioni necessarie, di base e tematiche, continuamente aggiornate, per promuovere e coordinare la realizzazione di servizi e un corretto sviluppo dell’attività di pianificazione e di programmazione territoriale. E’ perciò fondamentale, come hanno fatto già molte Regioni, assumere come punto di riferimento lo strumento del Piano Territoriale regionale autentico strumento di governance sul territorio”.
“La ricetta della Giunta – aggiunge – è troppo semplice, perché si pretende con un colpo di spugna di cancellare 14 Comunità Montane e rimpiazzarle con le sette cosiddette Aree Programma con idee piuttosto confuse su chi deve fare cosa. Persino la Regione Emilia Romagna ha fatto meglio provvedendo al riordino delle principali leggi regionali in materia di governo del territorio, di riqualificazione urbana, urbanistica, ed edilizia come primo passo per poi procedere ad una ridistribuzione di deleghe amministrative. Si tratta infatti di rafforzare i processi di governance territoriale, sia per gli aspetti che attengono allo sviluppo delle forme di copianificazione tra i Comuni (ed in particolare di quelli che presentano una più stretta integrazione insediativa o funzionale), sia per quanto attiene alla esigenza di una concertazione-cooperazione, tra i diversi livelli istituzionali, nella definizione delle politiche territoriali e nella programmazione e attuazione degli interventi di rilievo sovra comunale”.
“In definitiva – conclude Mattia – se si vuole realmente affrontare la questione della governance territoriale in modo innovativo si impone l’esigenza di definire e circoscrivere l’ambito di osservazione, nel quale la governance diviene l’elemento di successo di un nuovo modello di programmazione dello sviluppo territoriale: ed è proprio questo il più grande limite della Giunta De Filippo che distribuisce finanziamenti e deleghe amministrative a pi