Arbea, Pagliuca (Pdl): “dieci anni sprecati”

“Vogliamo avere chiarezza per il futuro e sapere che quel futuro possa significare qualità per i nostri agricoltori”

“E’ triste dover ammettere un fallimento, ciò vale per ognuno di noi, ma a maggior ragione per chi è al governo di una Regione come la nostra che vive un fallimento dietro l’altro. Oggi è la volta dell’Arbea”. E’ quanto affermato dal presidente del gruppo consiliare del Pdl, Nicola Pagliuca, che nell’intervento fatto durante il Consiglio regionale di ieri  sulla questione inerente l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, ha ripercorso le tappe di “un ente pagatore che, nato nel 2001, fu salutato dalle istituzioni regionali come una grande novità, attesa dal mondo agricolo che era stanca di fare fughe verso Roma per risolvere questioni molto spesso banali ma che impedivano l'erogazione puntuale dei fondi in agricoltura”.

Pagliuca ricorda che “quel processo fu accompagnato con grande entusiasmo, poiché avrebbe soddisfatto le tante aspettative del mondo agricolo, che sperava di poter avere un organismo pagatore più vicino al territorio. A dieci anni dall’istituzione dell’Arbea con grande amarezza, ci ritroviamo – dice Pagliuca – ad evidenziare il fallimento di un ente che ha tradito tutte quelle aspettative che erano proprie del mondo agricolo, che erano proprie della politica, proprie di questo Consiglio. Oggi l'Arbea non è più organismo pagatore. Oggi l'Arbea – sottolinea – è il soggetto che alimenta un'ipotesi di sanzione di 85.000.000 di euro; oggi l'Arbea è al centro del dibattito regionale per questioni che sicuramente testimoniano che c'è stato un cattivo funzionamento”.

La fotografia fatta dal Presidente del gruppo consiliare del Pdl, “nasce sicuramente da elementi che non vengono dal dibattito della strada, ma sono elementi contenuti nella relazione voluta dalla Giunta regionale, commissionata a quella Commissione, a quel Comitato di vigilanza che si è espresso in merito all'Arbea. Questi dieci anni trascorsi – continua Pagliuca – sono serviti per testimoniare il fallimento dell’ Arbea inteso come un fallimento politico di cui qualcuno deve assumersi la responsabilità”.

Nel suo excursus, Pagliuca ha, anche, ricordato “quando l’ente reclamava l’insufficienza di personale e quell’esigenza fu assecondata dagli esponenti di centro destra che credettero in quel processo di reintegrazione, all'interno dell'Arbea, dei soggetti provenienti dall'altra esperienza maturata nel Consorzio agrario”.

“Ciò ci induce a pensare – prosegue Pagliuca – che il percorso di oggi è un percorso ancor più in salita rispetto a quello del 2001 perché deve recuperare il gap di credibilità che si è creato in questi anni e per il quale c'è una responsabilità grande, una responsabilità tutta della politica, cioè del Governo regionale. L'Arbea oggi non è organismo riconosciuto, non è in grado di svolgere determinate funzioni, ebbene – afferma l’esponente di centro destra – è un ente inutile, superfluo sul quale non c'è bisogno, oggi, di investire altro denaro”.

Al Governo regionale Pagliuca, chiede “con forza di sapere quali siano stati i mali che hanno afflitto l’Arbea, come intende rimuoverli e quali certezze il Governo stesso è in grado di dare affinché si possa ancora attribuire affidabilità ad un ente inutile”.

Queste sono le risposte che il consigliere Pagliuca si aspetta ora dalla politica che ci governa, “sostenendo il principio della sussidiarietà, quindi, credendo fortemente che laddove un servizio viene espresso vicino al territorio, il più vicino possibile al cittadino, questo servizio possa essere un elemento positivo, ma deve tradursi in positività quando non fa registrare, come in questo caso, il fallimento dopo dieci anni di attività ed il conseguente impiego di risorse. Quindi – conclude Pagliuca – il fallimento di questa operazione dell'Arbea è interamente di chi ci governa, oggi la sfida è la sfida del futuro. Bene, noi, dell’opposizione, siamo coloro che, avendo accompagnato questo percorso nel passato, in questo momento diciamo basta nel dare deleghe a chi ha dimostrato di non avere le idee chiare, di essere confuso, dunque noi vogliamo avere chiarezza per il futuro e sapere che quel futuro possa essere qualità per i nostri agricoltori”.

 

    Condividi l'articolo su: