Ara: dichiarazioni Rosa frutto di scarsa informazione

Il Consigliere Regionale Gianni Rosa nei giorni scorsi è tornato ad attaccare l’Ara ma, come è capitato in passato, le sue dichiarazioni, pubblicate su Basilicatanet del 16-7-2014,  risultano essere frutto di scarsa informazione, nonché animate di una inspiegabile (almeno per noi) pulsione denigratoria (al limite della diffamazione) nei confronti di una organizzazione che con i suoi tecnici dipendenti e convenzionati è impegnata quotidianamente sul territorio a sostegno della attività degli allevatori lucani”. Così il presidente dell’Ara (Associazione regionale Allevatori), Palmino Ferramosca, che precisa quanto segue.
“L’Ara non ha alcun disavanzo, come certificato dal Collegio Sindacale in sede di approvazione del Bilancio consuntivo 2013.
L’unica criticità finanziaria è rappresentato dai crediti vantati nei confronti degli allevatori (soci e non) per servizi a pagamento (quindi non coperti da contribuzioni pubbliche) resi agli stessi negli anni precedenti. In merito a ciò l’Ara (e prima ancora le due Apa) spesso sono state accusate di non svolgere una sufficiente ed energica azione di recupero, quindi esattamente il contrario di quanto affermato da Rosa. L’Ara, infatti, conscia delle difficoltà del settore,  prima di adottare misure estreme propone sempre agli interessati piani di rientro (concordati nei modi e i tempi) senza l’addebito di costi ulteriori e interessi.
Esattamente ciò che è stato fatto nei confronti del sig. Palazzo il quale, per oltre tre anni, è stato invitato a concordare un piano di rientro con innumerevoli comunicazioni tutte prive di riscontro se non a scopo meramente dilatorio.
L’azione di recupero crediti svolta dall’Ara ha permesso di recuperare oltre 1.600.000 euro. Le posizioni affidate ai legali sono circa 130 e solo per 15 di esse è stata fatta opposizione ai decreti ingiuntivi le cui modalità di esecuzione rientrano nella discrezione dei legali in relazione alle notizie acquisite.
In ogni caso l’Ara è stata ed è sempre disponibile ad interrompere le azioni legali intraprese e a concordare rateizzazioni, rinunciando persino agli interessi riconosciuti in sede giudiziaria.
Sempre per colmare le lacune informative del consigliere Rosa si precisa che G. Palazzo non è socio dell’Ara, ma un allevatore che ha richiesto e richiede i servizi tecnici di questa organizzazione impegnandosi a pagare la quota parte non finanziata dalla Regione Basilicata. Per cui, quanto dovuto non è costituito da quote associative, ma dal corrispettivo  per servizi ricevuti (effettuazione dei Controlli Funzionali e iscrizione ai Libri Genealogici) in relazione ai quali lo stesso percepisce contributi comunitari.
Inoltre, a fronte delle malevoli insinuazioni dello stesso Rosa si ricorda che le due Apa prima e poi l’Ara hanno collaborato con l’associazione “Allevatori Briganti Custodi del Territorio” per anni, organizzando e sostenendo i costi della Festa della Transumanza. Alla stessa aderiscono diversi allevatori componenti dell’attuale Comitato Direttivo dell'Ara. E’ evidente quanto sia pretestuoso il nesso fra l’azione di recupero crediti nei confronti di Palazzo e la sua condizione di presidente della predetta associazione.
E’ evidente, quindi, come tutta la nostra legittima azione di recupero crediti non miri certo a creare problemi ai morosi, bensì a tutelare l’intera categoria degli allevatori che, tutta in analoghe condizioni di difficoltà, in maggioranza onora gli impegni a fronte dei servizi ricevuti (che anche Rosa, bontà sua, definisce “adeguati”) ma non finanziati da risorse pubbliche.
Tale azione, inoltre, è perseguita anche a tutela dei collaboratori e dipendenti Ara (quindi di 120 famiglie lucane) a cui spesso non è possibile pagare con puntualità compensi e stipendi proprio a causa di tali morosità
Ma la sorte di queste famiglie non deve granché interessare il consigliere Rosa considerato che (ma omette di dirlo) nel caso il suo emendamento al bilancio preventivo della Regione fosse stato approvato, circa 3.000 allevatori non avrebbero più usufruito dei servizi che quotidianamente l’Ara fornisce su tutto il territorio regionale al fine di garantire il miglioramento genetico degli animali, il miglioramento la salubrità e tracciabilità delle produzioni zootecniche, il benessere animale, la biodiversità e la tutela del territorio, e che quelle 120 famiglie lucane (dei dipendenti e dei professionisti convenzionati) sarebbero state private del proprio reddito.
Eppure l’attività svolta dal Sistema Allevatori in Basilicata dovrebbe essere nota al Consigliere Rosa avendo lui ricevuto sull’argomento, in risposta ad una sua “antica” interrogazione, un esauriente dossier di oltre 60 pagine. E, comunque, laddove ritenesse opportuno approfondire l’attività di questa associazione, per meglio soppesare le segnalazioni ricevute, si conferma la completa disponibilità ad incontrarlo presso la nostra sede.
Infine, ci sembra opportuno evidenziare come lo stesso Rosa sia, probabilmente, l’unico cittadino italiano a considerare la Podolica un flop. Infatti, l’attività di “sponsorizzazione” di questa razza non è mai cessata. Continua tramite l’etichettatura da parte del Consorzio Produttori Carne Bovina Pregiata delle Razze Italiane (CCBI) secondo il Reg. (CE) 1760/00 e in Basilicata aderiscono a tale circuito 207 allevamenti con un totale di oltre 11.500 capi, 102 macellerie, 13 ristoranti, 13 mattatoi e 3 laboratori di sezionamento. Senza considerare l’importante ruolo svolto dagli allevatori di questa razza per la tutela del territorio”.

bas 02

    Condividi l'articolo su: