Nel dibattito in Aula sulle emergenze ambientali il consigliere regionale del Pd ha sottolineato la necessità “di una rinnovata stagione pianificatoria e programmatoria”
“La Regione, come e ancor più di ogni altro Ente territoriale, deve saper leggere il proprio territorio, registrarne le criticità, coglierne le potenzialità, tracciare le linee delle sue politiche e rendere funzionali ad esse l’insieme delle attività amministrative, siano esse di tutela o di inibizione o di promozione. E per fare questo ha a disposizione un solo strumento: quello della pianificazione e programmazione. E quando, purtroppo, nel dibattito culturale e politico nazionale si è immaginato che si potesse fare a meno della programmazione e della pianificazione, si sono prodotti grandi guasti dal punto di vista culturale ed ambientale. E a noi si impone oggi la riedizione di una rinnovata stagione pianificatoria e programmatoria”. Lo ha detto il consigliere regionale Vincenzo Santochirico parlando in Aula giovedì scorso nel dibattito dedicato alle questioni ambientali.
“Quella di oggi – ha aggiunto l’esponente politico – è una tappa importante di un percorso più lungo, dovremo ritornare a discutere di questi temi e dobbiamo chiedere al governo regionale, sulla base anche del dibattito che è avvenuto oggi, che ci sia quello che Pittella ha chiamato progetto, e che io definirei meglio ‘programma generale di azione di tutela ambientale’, che non è uno strumento che sostituisce gli altri, ma rappresenta un insieme, fa una sintesi, una ricognizione, una summa delle azioni che sono in corso, dei metodi che si seguono e anche, questo è un altro punto della politica regionale che dobbiamo mettere a fuoco, la possibilità di controllare e verificare a data certa quali sono i risultati e gli effetti delle azioni che si mettono in campo. Se faremo questo io credo che, centrosinistra o centrodestra, ognuno con le sue responsabilità, potremo contribuire a nutrire un dibattito più rigoroso che ci faccia uscire da una secca contrapposizione fra catastrofisti e tuttiappostisti o ottimisti della volontà, ma ci consegni la responsabilità, nei ruoli che abbiamo, di fare tesoro delle esperienze anche drammatiche che abbiamo alle spalle, di cercare di costruire un percorso ed un futuro che siano migliori di quelli che abbiamo avuto”.