"Il Consiglio Regionale di Basilicata ha avviato da ieri una discussione sull’emergenza ambientale indotta dalle esondazioni dei fiumi a valle delle dighe dei giorni scorsi. Già nelle relazioni offerte dagli Assessori Gentile e Mazzocco appare una presa di coscienza della profondità e della vastità degli effetti di questi giorni ma anche dei ritardi e delle sottovalutazioni dentro cui si sono determinati. Bene, dunque, se finalmente si comincia a discutere di come rimontare i ritardi e finalizzare le risorse a partire da un piano di messa in sicurezza del territorio.
Bene l’indicazione unitaria espressa da tutte le parti politiche che chiede di fare “Come nel Veneto”. Occorre, però, guardare in faccia la realtà e prendere atto che la Basilicata non è il Veneto e che nelle nostre terre non ci sono le condizioni economiche e sociali che pure erano a disposizione del Veneto all’indomani degli eventi del Novembre 2010". Lo dichiara il coordinamento metapontino di Altragricoltura.
Il tessuto sociale ed economico del territorio interessato – prosegue la nota – è provato da una crisi sociale ed economica ben prima ed oltre l’effetto degli eventi calamitosi che, se certamente incidono pesantemente, non ne sono comunque l’elemento determinante. La crisi strutturale sempre più profonda del comparto agricolo, le debolezze di quello turistico, in particolare, lascia le aziende del territorio in condizioni di particolare sofferenza e nella generale incapacità di reagire con proprie risorse ai grandi problemi finanziari indotti dagli eventi di questi giorni. In particolare il settore agricolo (ma anche quello turistico) e le famiglie del territorio colpito, facevano già i conti con un particolare indebitamento che li ha spesso costretti ai margini o fuori dalla condizione di bancabilità quando (e sempre più frequentemente) a dover subire azioni esecutive e coattive. Questo produce tre effetti rilevanti immediati:
la impossibilità per quelle aziende e famiglie colpite nel reddito di far fronte a scadenze e pagamenti;
la incapacità di gran parte del tessuto economico e delle famiglie colpite di far fronte alle emergenze con risorse proprie; il rischio elevato che, pur in presenza di misure ed azioni risarcitorie e finanziarie, aziende e famiglie siano nella impossibilità di accedere a misure che prevedano anticipazioni bancarie.
Secondo Altragricoltura occorre: la sospensione dei pagamenti e delle azioni esecutive in danno delle aziende e delle famiglie colpite, da realizzarsi con un provvedimento dedicato da parte della presidenza del consiglio dei ministri e con l’apertura di un tavolo di confronto con i soggetti interessati ed in particolare con Equitalia (che peraltro ha già pubblicamente dato disponibilità) ed i soggetti impositori(INPS ed altri ENTI); l’apertura immediata di un tavolo con il sistema bancario che contratti e definisca un accordo (eventualmente assistito sugli interessi a valere su fondi prevedibili nelle misure d’emergenza) per la rimodulazione delle scadenze e dei ratei;
l’attivazione immediata di una misura che utilizzi fino in fondo le provvigioni erogabili in regime di deminimis da destinare alle aziende colpite per far fronte alle prime emergenze
Misure, peraltro, già chieste dal Coordinamento degli assessori provinciali di Puglia e Basilicata che si sono incontrati anche su sollecitazione del Comitato di base dei Cittadini per la Difesa delle Terre Joniche.
Occorre, poi, che questa volta, nessuno giochi sui numeri e sull’emergenza. Le risorse dell’emergenza devono andare con certezza a quanti sono stati realmente colpiti.
Il direttivo di Altragricoltura del Metapontino invita infine a partecipare, il 19 marzo alla manifestazione che si svolgerà a Ginosa Marina.
BAS 05