Alluvione, Mattia: le motivazioni di un’indagine conoscitiva

Il consigliere del Pdl ribadisce la proposta di promuovere un’indagine conoscitiva da affidarsi alla Quinta Commissione consiliare

Il consigliere regionale Franco Mattia (Pdl), intervenendo al dibattito in Consiglio regionale sull’alluvione nel Metapontino, ha ribadito la proposta di promuovere “un’indagine conoscitiva da affidarsi alla Quinta Commissione consiliare, senza ricorrere a Commissioni Speciali o di Inchiesta, che accerti le cause che in Basilicata concorrono ad alimentare i fenomeni alluvionali, al fine di “intraprendere azioni mirate a mitigare i fenomeni con provvedimenti di difesa e a contrastarne i danni”.

“L’indagine conoscitiva – ha precisato Mattia – dovrà essere condotta nel più breve tempo possibile, supportata possibilmente da esperti dell’Università e della scienza, e avvalendosi del contributo degli uffici e delle strutture che abbiano connessione con gli eventi calamitosi, in considerazione del fatto che i fenomeni alluvionali del Metapontino si ripetono frequentemente. Le cause potranno essere analizzate attraverso modelli di rilevazione, nei quali le categorie ricorrenti possono essere disaggregate in un ventaglio di motivazioni a cui corrisponderanno azioni di previsioni e prevenzione, interventi di ripristino dell’equilibrio alterato. Occorre – ha detto ancora il consigliere del Pdl – un grandioso sforzo riorganizzativo e di progressiva ricostruzione del territorio, rimettendo in primo piano la difesa del suolo in tutti i suoi aspetti. Forse, come non mai, la parola chiave, sotto i diversi aspetti, è quella di ‘manutenzione del territorio’, istituendo un’agenzia agro-forestale, da collocare presso il Dipartimento Agricoltura, con il concorso dello stesso, degli Assessoratoialle Infrastrutture ed all’Ambiente, che attivi programmi pluriennali di investimenti nel settore dell’economia montana e della difesa del suolo e che consenta un ritorno alla tradizionale impostazione delle attività nelle sistemazioni dei bacini montani, attraverso un’opera continua fatta di cure, manutenzione, restaurazione di equilibri sconvolti”.

“Fino a quando ne hanno avuto la competenza, il Genio Civile, il Cfs, i Consorzi di Bonifica e l’Ente Irrigazione – ha aggiunto – hanno lavorato per il restauro ecologico e idrogeologico con passione e dedizione, non senza errori e non senza critiche, ma certamente con maggiore professionalità e con migliori risultati. Con l’avvento delle Regioni e con il trasferimento di molte competenze in materia idrogeologica e idraulico-forestale agli enti territoriali, l’attività sistematoria dei bacini montani si è affievolita se non interrotta. Pur in presenza di adeguate risorse finanziarie messe a disposizione di questi ultimi tempi dalla Regione, anche attraverso i canali della Comunità Europea – ha affermato Mattia – si continua ad operare nel settore idraulico-forestale con scarsi risultati: non si realizzano più i rimboschimenti e le ricostituzioni boschive di un tempo, è scomparsa la realizzazione delle piccole ma efficaci opere di difesa del suolo, si ignorano i fiu mi e i tanti torrenti che hanno bisogno di interventi di manutenzione e di sistemazione. Una efficace cura del territorio comporta sì il dispendio di molte risorse, ma comporta anche l’utilizzo appropriato delle risorse umane disponibili che vanno utilizzate con sapiente regia per fronteggiare più adeguatamente le esigenze del territorio. Lasciare le cose così come sono – ha concluso Mattia – equivale a scegliere semplicemente l’alternativa dell’attesa dei disastri, ricorrendo allo stato di calamità naturale per ottenere qualche fondo straordinario dalla Protezione Civile e qualche ristoro per i titolari di strutture danneggiate”.

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