Al Tavolo Verde che si è riunito oggi per un aggiornamento della situazione relativa al dopo alluvione del primo marzo nel Metapontino è prevalso il buon senso per le cose da fare al più presto rispetto ai meccanismi burocratici di intervento. E’ il commento del direttore regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori Luciano Sileo.
In particolare – riferisce Sileo – sono state accolte le tre proposte prioritarie: l’applicazione immediata della delibera di Aprile 2011 che prevede il concorso sui costi sostenuti dalle aziende agricole rientranti nell'area delimitata e danneggiata, per la fruizione di servizi irrigui relativa per il 2010; l’attuazione dei contenuti della delibera 539 del 18/4/2011, tesa a riconoscere quale primo intervento a parziale copertura dei danni subiti, per la ripresa produttiva e per i costi di ripristino, un contributo a tutte le aziende agricole che hanno subito un danno rilevante almeno del 70% a domanda tramite i Consorzi di difesa, attivando la misura nel rispetto delle procedure del "regime di deminimis" (tra 7.500 e 15.000 euro); l’immediata attuazione della misura 126 del PSR 2007/2013, per favorire il ripristino del patrimonio aziendale danneggiato. Su quest’ultimo punto è stato da poco chiuso il negoziato con Bruxelles e quindi – riferisce sempre Sileo – si può passare alla fase pratica. Di rilievo è il percorso concordato tra organizzazioni professionali agricole e Dipartimento Agricoltura per semplificare le procedure burocratiche e velocizzare l’erogazione degli aiuti agli agricoltori.
Purtroppo le inadempienze sono tutte del Governo: ad oggi l’unico atto che poteva dar concrete risposte al tragico evento alluvionale, (anche a parametro zero), era l’Ordinanza del Presidente del Consiglio, di cui non solo non conosciamo i tempi d’emanazione, ma rimangono incerti anche i suoi contenuti. A noi è apparso subito chiaro che con le modifiche del milleproroghe unitamente alla legge 225/92 e alla gestione degli eventi calamitosi, il tema centrale ha finito per essere quello di ordine finanziario e quindi le modalità di copertura e reperimento delle risorse per governare e fronteggiare l’evento a partire dalle fasi di emergenza.
Una palese contraddizione – a parere della CIA – provoca l’attuale impianto disciplinare in merito alla non automaticità tra la decretazione dello stato di emergenza e la conseguente emanazione in tempi accettabili (non osiamo dire in tempi stretti) l’OPCM per attivare le relative derogatorie. In questo modo è evidente che si finisce per invalidare e inficiare lo status di eccezionalità in cui versa l’area colpita, relegando il problema a mera tematica contabile e finanziaria. Questa è la prima parte dell’attuale disciplina da modificare, rivendicando una legislazione uniforme, efficace ed in linea con lo stato di emergenza e dei bisogni reali delle aree colpite.
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