“I tagli alla sanità e al sociale paventati dal ministero mettono a rischio anche il protocollo di intesa sulla non autosufficienza raggiunto in Regione con tutte le sigle sindacali. Il tema della non autosufficienza deve essere una priorità nell'agenda del Paese, che necessita di una strategia specifica per fronteggiare positivamente l'impatto delle tendenze demografiche e l'aumento delle fragilità sociali, al fine di assicurare i diritti delle persone in condizione di non autosufficienza, rimuovendo gli ostacoli che impediscono la piena inclusione sociale. Questo vale specialmente per la Basilicata dove il tasso di invecchiamento è molto elevato”.
È quanto dichiara il segretario generale Spi Cgil Basilicata Nicola Allegretti sui tagli ai fondi sociali ventilati in seguito all’ultimo incontro avvenuto a Roma con le segreterie nazionali Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil.
Il segretario generale invita la Regione Basilicata a “prendere una posizione ben precisa e a far seguire ai buoni propositi anche i fatti in continuità con l’intesa regionale raggiunta sulla non autosufficienza. La decisione del governo assunta con il decreto coesione sociale a gennaio 2017 di incrementare il fondo sulla non autosufficienza, portando la dotazione annua a 500 milioni, ora rischia di essere azzerata e così anche l’intesa che a livello locale ha consentito la riapertura dei bandi relativi all’assegno di cura insieme alla discussione sui criteri che dovranno stare alla base delle politiche future per la non autosufficienza”.
All’incontro i sindacati, ritenendo i fondi già insufficienti per rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone, hanno chiesto un piano di graduale ma garantito incremento della dotazione strutturale del fondo, con l'obiettivo di ridefinire le risorse globali per le cure a lungo termine Ltc.
Hanno inoltre rivendicato “la presentazione della proposta di un Piano nazionale per la non autosufficienza che deve affrontare, prioritariamente, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali, integrati con i nuovi Lea sanitari, come strumento per assicurare i diritti in tutto il Paese, consapevoli che, accanto a prestazioni e a servizi sociali e sanitari, bisogna riorganizzare e migliorare le condizioni di vita quotidiana: per l'abitare, il tempo libero, i trasporti, la mobilità (es. barriere architettoniche), le relazioni affettive e con la comunità, l'invecchiamento attivo, la piena inclusione. Si ritiene, dunque, essenziale che questi impegni, insieme all'obiettivo di strutturare politiche e servizi sulla non autosufficienza, si realizzino con la più ampia partecipazione sociale, dando così continuità al tavolo costituito presso il ministero”.
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