Per l’esponente di Idv “senza perdere lo spirito di solidarietà che ci ha sempre caratterizzato, tutto è assolutamente negoziabile, ma se non si sceglie il tavolo delle trattative la concertazione non può avvenire con atti di imperio”
“Il Consiglio regionale ha fatto bene a mostrare i muscoli alla Regione Puglia, ed anche alle altre Regioni che utilizzano le nostre risorse idriche, per dimostrare che siamo attenti alle problematiche che sono connesse alla nostra regione e soprattutto che, senza perdere lo spirito di solidarietà che ci ha sempre caratterizzato, tutto è assolutamente negoziabile, ma se non si sceglie il tavolo delle trattative la concertazione non può avvenire con atti di imperio”. E’ il commento del consigliere regionale di Idv, Antonio Autilio al dibattito svoltosi ieri in Consiglio sulla vicenda del progetto della “seconda canna” Sinni.
”Come testimoniato dalla mia presa di posizione ‘a caldo’ diffusa la scorsa settimana, anch’io – afferma Autilio – sono rimasto molto preoccupato dalle dichiarazioni dell'assessore regionale pugliese Amati quando fa riferimento alla rimodulazione dei costi dell'acqua che la Basilicata cede alla Puglia, non per il tradizionale sistema della vendita ma per il sistema della compensazione ambientale e soprattutto della compensazione che a noi spetta ed in particolare alle aree che vengono interessate da questo prelievo attraverso invasi e sorgenti. Una dichiarazione che, come ho evidenziato – aggiunge – guarda caso, è connessa ad un'altra decisione che è quella dell'Acquedotto Pugliese, di bloccare l'erogazione di dieci milioni di euro, che dovrebbero essere molti di più da quello che abbiamo appreso ieri nel dibattito in aula. I due aspetti mi lasciano perplesso, perché chiedere la rimodulazione dei costi dell'acqua e bloccare contestualmente l'erogazione dei fondi, probabilmente per ‘dettare’ le condizioni delle trattative, penso che è una condizione assolutamente non corretta e, mi sia consentito, anche offensiva per la nostra regione. Una regione che è stata sempre disponibile a riconoscere alla Puglia le proprie esigenze idriche, sia di natura potabile che irriguo ed industriale, di fronte ad una vicenda di questo tipo non può che reagire come indicato nell’odg approvato all’unanimità”.
Secondo Autilio, inoltre, “la vicenda che riguarda nello specifico l'opera in discussione è assolutamente non comprensibile, perché non si capisce a che cosa dovrebbe servire. Se lo scopo dovesse essere quello che abbiamo appreso dalla relazione del Presidente, che sostanzialmente è un raddoppio che farebbe aumentare la capacità adduttiva dell'acqua da 110 a 180 milioni di metri cubi, va sottoposta ad una riflessione, perché non rientra specificamente nell'accordo di programma e andava sicuramente rinegoziato prima di avviare un percorso di questo tipo. Pertanto sono anch’io convinto che dobbiamo verificare a che cosa porterebbe questo nuovo intervento da parte della Puglia e dobbiamo capire bene quali sono le conseguenze che ne possano derivare”.
Autilio infine ribadisce “la necessità di affrontare rapidamente il problema della riforma della governance degli enti e delle strutture che ancora si sovrappongono per alcuni aspetti, nella gestione dell’acqua. Quando si entrerà nel discorso più attuativo del federalismo e si dovesse veramente passare poi ad un federalismo totale, non solamente quello fiscale, sono certo che l'acqua come il petrolio avrà una rilevanza ancora maggiore di quella attuale”.