Abiusi (Ambiente e Legalità) su Centro di trasferenza Tito

“Nel 2008 sorse il centro di trasferenza di Tito della B&B ECO quando cioè chiuse la discarica  di Pallareta. Esso raccoglie rifiuti di  27 comuni del bacino centro, Pignola ora non si avvale più del centro di trasferenza e trasporta direttamente i suoi  a Venosa sia perché  ha una raccolta differenziata pari al 70 per cento  e sia per  economizzare. Le tonnellate che affluivano al centro, prima della chiusura, erano  per i 2/3  circa in capo al comune di Potenza e la rimanente parte in capo a tutti gli altri comuni  anche perché buona parte di questi ultimi raggiungono  una buona percentuale di raccolta differenziata  es. Avigliano, Picerno, Muro solo per citarne alcuni dei più importanti dei 26 e quindi portano in discarica pochi rifiuti”. Così Pio Abiusi (referente dell’associazione Ambiente e Legalità” che continua: “il Parco dell'Appennino Lucano ha ordinato la chiusura del centro di trasferenza e si è detto che il sistema del ciclo dei rifiuti del bacino centro della Provincia di Potenza  sarebbe andato in crisi;  siamo proprio sicuri o le tasche dei cittadini potrebbero avere un sollievo superando una inutile intermediazione? I mezzi comunali trasportavano rifiuti raccolti al Centro e qui, i rifiuti  caricati su altri mezzi, raggiungevano le piattaforme di Atella o Venosa dove  venivano e sono  trattati  nelle modalità previste. C'era proprio bisogno di questa intermediazione? Di sicuro no perché Potenza trasporterebbe i suoi rifiuti direttamente  in discarica come in effetti sta avvenendo , i comuni che stanno nell'area Nord-Est di Tito-   bypassando   il centro di trasferenza- trasportano i rifiuti  direttamente in discarica con un risparmio delle percorrenze; è sufficiente consorziare i rimanenti comuni, raccogliere le poche tonnellate di rifiuti da questi prodotti con cadenza bisettimanale e trasportarli alla piattaforma  di competenza .Una riflessione più ampia va fatta, invece, su quel centro di trasferenza e le illeceità  che da questo sono scaturite, scoperte con indagine puntuale  del Noe ed avvalorate dal magistrato, esse  hanno fatto scaturire una inchiesta denominata  “Monnezzopoli” e fin anche  la custodia cautelare in carcere  per   gestori sia del centro di trasferenza che di alcune discariche. I codici Cer – catalogo europeo dei rifiuti- venivano alterati sui Fir – formulari identificazione rifiuti – per  certificare lavorazioni mai avvenute – conclude Abiusi – determinando un raggiro di 4,5 Milioni a danno dei contribuenti, così si evince dall'ordinanza del GIP “ ma “pochi comuni si sono costituiti parte civile nel processo che va ad iniziare e tra questi non figura il comune di Potenza che risulta essere il maggior danneggiato, circa 3 meuro”.              

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