“Siamo a tre, due sono stati dichiarati Sin- siti di interesse nazionale- già da tempo e sono l'area industriale della Val Basento e quella di Tito adesso c'è anche l'area industriale di S. Nicola di Melfi. Il puntuale rapporto del dirigente preposto all'ufficio ambiente della Provincia di Potenza ha fatto chiarezza sulla estensione dell'inquinamento e del tipo di contaminazione. Siamo solo alla fase iniziale, sono passati solo 8 anni”. Lo afferma Pio Abiusi, referente dell’Associazione Ambiente e Legalità.
“Le cause, al momento, sono sconosciute, basta indagare. C'è da dire che da quanto si è insediato Pittella su tutta la vicenda Fenice e l'area di S. Nicola di Melfi è calato il silenzio se non per gli atti dovuti quale la concessione dell'Aia all'impianto di Fenice a seguito di una prescrizione dettata dal Tar di Basilicata”, afferma Abiusi, per il quale “il tavolo della trasparenza istituito dalla giunta De Filippo è fermo al 9 Dicembre del 2011 così come il tavolo di Alta Sorveglianza che si è riunito il 10 gennaio 2012 e da allora non è accaduto più nulla. Anche le puntuali relazioni al Consiglio scaturite dal voto consiliare relativo alla approvazione dei lavori compiuti dalla commissione di indagine – giammai d'inchiesta – presieduta dall'ex- consigliere Pagliuca non sono mai state effettuate”, anche se “oggi sappiamo ufficialmente che il sito è inquinato”.
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