È andato in scena il 28 e il 29 aprile – in serale e per più repliche al teatro Stabile di Potenza – “Gerardo 900”. Il proposto dalla compagnia “Abito in Scena” è nato dall’intensa attività di “Cantiere Stabile”, che ha visto ancora una volta la compagnia presente nel teatro cittadino con una residenza. Il programma artistico – si legge in una nota della compagnia – ha voluto inquadrare due aspetti propri della città: la figura del Patrono e il suo cuore culturale, ovvero il teatro Stabile, al centro di un costante dibattito pubblico. La scelta di unire il luogo con la figura rientra pertanto nella poetica dell’iniziativa. Pietrafesa e Palese con i partecipanti alla residenza hanno realizzato un lavoro itinerante che, partendo dal foyer del teatro, e quindi salendo e scendendo le scale (è qui il riferimento proprio a Potenza città delle 100 scale), si è sviluppato nella sala degli specchi, nel Ridotto, per continuare nei camerini del teatro che sono diventati gli storici sottani e che ha portato lo spettatore nella sala principale, non in platea bensì sul palco, mettendolo al centro della scena e quindi della città. “Gerardo 900” non è quindi solo la storia del patrono ma un lavoro sulla città e sui suoi abitanti, su ciò che deve unire alla ricerca di un profondo senso di appartenenza e di identità. E infatti nello spettacolo sono proprio gli spettatori che vengono indicati fin dall’inizio come cittadini: cittadini in viaggio da Potenza verso Roma per incontrare papa Callisto II accompagnati dal vescovo Manfredi dopo la morte del Vescovo Gerardo La Porta. Il viaggio temporale porterà i cittadini ad assistere ad un surreale convegno pubblico e poi li condurrà nella parte più buia e povera della città, fino a risalire sul balcone di alcuni nobili da dove è possibile vedere ed apprezzare la città con i suoi prestigiosi palazzi. In tutti i luoghi, che sono poi gli spazi del teatro, un personaggio segue il flusso e racconta di Gerardo: è una giovane ragazza vestita di bianco che dice di aver frequentato la scuola ideata da Gerardo per i meno abbienti, ci sono poi Sant’Oronzo patrono in seconda, messo da parte dopo che San Gerardo fu indicato come nuovo Patrono, il Papa, i poveri, i nobili e infine figure del tempo moderno e passato della città. Abbiamo raccontato di S. Gerardo, dei suoi miracoli, ma anche della sua impresa rivoluzionaria: fondare una scuola gratuita e quindi aperta alle fasce deboli, ai poveri. Abbiamo raccontato quindi un uomo prima che un Santo, un uomo attento ai più deboli, ai cosiddetti ultimi. In “Gerardo 900” si afferma: “Gerardo vescovo continuò ad essere il sacerdote che si donava tutto al suo popolo. Se una società libera non può aiutare i molti che sono poveri, non può salvare i pochi che sono ricchi. Dobbiamo volere un mondo in cui nessuno sia sufficientemente ricco per acquistare qualcuno e nessuno sia sufficientemente povero per vendersi”. Il pubblico ha seguito ed apprezzato, commuovendosi in più momenti e i commenti che la compagnia ha ricevuto sono stati molto lusinghieri. “Non era semplice trovare una chiave per raccontare una figura così cara alla città, ma l’essere noi potentini, nati cresciuti e abitanti della città, ci ha incoraggiato a lasciare una nostra traccia che per il pubblico è risultata molto originale. Ci fa piacere, considerando che il lavoro può ancora svilupparsi e non neghiamo che ci auguriamo che la struttura, collaudata in questi giorni, possa diventare una “modalità costante” di lavoro drammaturgico che unisce teatro, cultura e turismo ed essere quindi proposta successivamente anche alle scuole e a chi visita la città” afferma la compagnia. “Gerardo 900” rientra nei festeggiamenti per il novecentenario dalla morte di San Gerardo.