“Io sono convinto che le riforme costituzionali sono state fatte male e pensate altrettanto male e che questo sia frutto della scarsa conoscenza della Costituzione italiana e della storia italiana da parte dei riformatori. Questo stato di cose genera confusione nella macchina politica: il sistema non sarà più rapido nel decidere né facile da controllare e non funzionerà meglio per noi e per la politica ovvero per la vita degli italiani.
Questa riforma è malfatta perché mal concepita e perché non ha visione né del futuro del sistema politico italiano né di quello che sta succedendo sotto ai nostri occhi; non è vero che la riforma del Senato nasce dalla necessità di velocizzare il procedimento di approvazione delle leggi: ci sono stati altri bicameralismi occidentali differenziati che hanno impiegato maggior tempo di quello italiano nel produrre leggi e nel varare riforme. Anzi il sistema italiano ha sempre ottenuto le leggi che voleva e , introducendo i decreti, anche in tempi relativamente attraverso la fiducia.
Perciò bisognerebbe ritoccare molto di questa riforma facendo qualcosa di diverso; se qualcun pensa che il governo sia una forza sola attraverso la legge elettorale anziché ricevere la fiducia dei senatori confrontandosi con loro, secondo me commette un errore. ”
Ne è convinto Gianfranco Pasquino, politologo ed esperto di scienze politiche ed internazionali, intervenuto a Potenza ieri sera nel teatro Francesco Stabile nell’ambito dell’iniziativa di Basilicata Futuro “Dialoghi sulla Costituzione italiana” .
Questa mattina, invece, il messaggio lanciato nelle aule del Liceo classico “Quinto Orazio Flacco” del capoluogo illustrando nella sua lezione , la Carta per antonomasia, la Costituzione, “un documento non essenzialmente giuridico ma storico –politico scritto da molti uomini e poche donne in un momento storico significativo. Redatto, insomma, da persone competenti e lungimiranti con una storia personale e delle esperienze segnate dall’esilio, dalla migrazione, dal confino e perfino dalla galera cercando di dare norme e procedure al sistema politico affinchè funzionasse nel migliore dei modi.
“La nostra Carta, ha aggiunto Pasquino, nei suoi 70 anni di vita ha consentito di fare progredire il sistema politico ponendo basi efficaci nei rapporti tra le persone e tra i cittadini consentendo cambiamenti sociali ed economici che sono stati profondi e riducendo addirittura il livello del conflitto tra le forze politiche.
“Insomma, le riforme costituzionali necessitano di equilibri, pur cambiando le componenti, che sono importanti più di qualsiasi governo, ha concluso il politologo emiliano, chiarendo che sono le regole del gioco a influenzare tutti gli attori “.